Lea Pericoli
da Roma
Bisognerebbe chiedere a Tolstoj di descrivere la finale tennistica che il pubblico romano ieri ha vissuto al Foro Italico. Dico vissuto perché raramente una sfida può essere così accattivante, ricca di emozioni e di colpi di scena. Con gli spettatori equamente divisi tra i due protagonisti: da una parte King Federer re del tennis mondiale, dall’altra un guerriero della terra rossa di nome Nadal, che salendo per la seconda volta sul trono di Roma, ha eguagliato il record di vittorie consecutive di Guillermo Vilas, 53 per la precisione. Sarebbe troppo complicato raccontare una finale che è durata 5 ore e 5 minuti. Credo sia invece importante segnalare che, dopo 5 ore e 4 minuti, i due campioni si trovavano 5 pari nel tie break del set decisivo. La finale l’ha vinta Rafael Nadal per 6-7, 7-6, 6-4, 2-6, 7-6. Lo spagnolo è uscito dall’inferno nella quinta partita, momento in cui Federer era passato a condurre per 4-2. Molti a quel punto avevano pensato che fosse finita. Nadal con il coraggio di un leone ha continuato a spingere maltrattando la palla. Ha raggiunto l’avversario sul 4-4 poi gli è rimasto aggrappato come una piovra in lotta con lo squalo. Federer giocando il miglior tennis ha conquistato due match point sul 6-5, servizio Nadal. Pensate che l’unico doppio fallo della finale lo ha commesso su quel turno di battuta lo spagnolo.
Durante la cerimonia di premiazione Federer si è complimentato con il rivale. Ha ringraziato il pubblico. Ha elogiato il torneo romano: «È il mio preferito. L’anno prossimo tornerò». Quando Rafael ha tentato di parlare italiano, scusandosi perché non ne è capace, uno gli ha urlato: «Nun te preoccupà! Parli mejo de Totti».
Alberto di Monaco, il principe sportivo, prima della finale aveva reso un pubblico omaggio a Nicola Pietrangeli, suo grande amico. Omar Sharif, che per cinque ore ha fatto un gran tifo per Federer, ha detto: «Mi piacerebbe suggerirgli di licenziare Roche per ingaggiare un domatore. Sarebbe l’unica soluzione per abbattere una Tigre sul proprio territorio». Nadal ama talmente la terra rossa che, dopo aver conquistato l’ultimo punto, ci si si è rotolato festante. Difficile immaginare chi possa arrestare la corsa della «Belva» al Roland Garros: a Parigi sarà Nadal l’uomo da battere, la Tigre alla quale tutti daranno la caccia.
Oggi prende il via il torneo femminile. Due i ritiri eccellenti. Il primo ci riguarda da vicino perché da quella parte del draw c’è la Schiavone. Amelie Mauresmo detentrice del titolo ha la febbre alta. Al suo posto è entrata la giapponese Sujiyama.
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