L'esercito delle spose bambine

Sono 720 milioni le ragazze costrette al matrimonio quando le coetanee giocano ancora con le bambole

L'esercito delle spose bambine

Una mattina, tornata da scuola, Djenabou trovò un uomo ad attenderla. Aveva quarant'anni, due mogli e cinque figli. Djenabou frequentava la quinta elementare. L'uomo la fece sua prendendola in moglie, stuprandola e massacrandola di botte perché lei, bambina, non era capace di cucinare secondo i suoi gusti. Djenabou subì l'odio delle altre due mogli e, rimasta incinta, si ammalò. Il marito aguzzino la cacciò di casa. Djenabou fece così ritorno nel suo villaggio, ma il padre si rifiutò di accoglierla.

Djenabou, bambina incinta e ammalata, disperata e per strada, minaccia il suicidio. I vicini intervengono. Il padre la accetta giusto il tempo per farla partorire. Poi è un'associazione a prendersi cura di lei, provando a ridarle dignità e fiducia negli esseri umani.

Questa storia è avvenuta nell'estremo nord del Camerun. Djenabou è diventata un simbolo delle spose bambine, impegnata a divulgare nei villaggi e nelle scuole del suo Paese la cultura del rispetto femminile. Ha trasformato le violenze che ha subito in un balsamo che cura le ragazzine costrette a lasciare la scuola per il matrimonio. Trasmette alle famiglie la sua storia come esempio di errore da non ripetere mai.

Come Djenabou, ci sono Jasvinder, dall'India, Usha dal Rajasthan, migliaia di ex spose bambine in tutto il mondo che hanno deciso di dedicare la loro vita a battersi per i diritti delle piccole donne. Adesso è il loro momento. Una generazione di bambine spose diventate grandi che danno battaglia ai ladri dell'infanzia.

Sono 720 milioni (dati Unicef 2014) le donne che si sono sposate ancora minorenni. Una cifra enorme, l'intera popolazione dell'Europa, un decimo di quella mondiale. E diventeranno un miliardo e duecento milioni nel 2050 se non scatta una ribellione globale, «se i leader religiosi - dice Nyaradzdayi Gumbozyanda, una delle più attive “madrine” di bambine spose nel mondo - non prendono posizione».

Il primato delle spose minorenni è dell'India, con 33 milioni di matrimoni in cui la donna ha meno di 18 anni, 4 milioni in Europa. Sarebbero sedici milioni poi le bambine costrette al matrimonio prima dell'adolescenza e sessanta milioni le spose minorenni gettate tra le braccia di mariti sconosciuti. In questo obbrobrio non sono esclusi i Paesi europei, dove i matrimoni precoci avvengono spesso tramite lo stratagemma delle vacanze: la famiglia torna nel villaggio natale e la bambina è raggiunta da invitati vestiti a festa. È successo a Usha, non in Europa, ma in Rajasthan. Aveva 14 anni, giocava con altri bambini e i parenti le dissero solo di avvolgersi in un sari da cerimonia. Poi le disegnarono in fronte il puntino di polvere rossa che indica che una donna è sposata.

La madre era ossessionata dall'idea di sposare le figlie giovani, perché, più bassa è l'età della ragazza, più modesta è la dote del matrimonio. Anche questo è un elemento importante della cultura delle unioni precoci. Ora Usha è maestra e attraverso l'associazione Vikalp da lei fondata ha salvato centinaia di bambine, ricevendo altrettante minacce.

Per tornare all'Europa, nel solo Regno Unito dal 2003 a oggi 140 adolescenti sono state uccise perché si ribellavano alle unioni combinate. In Italia circa duemila bambine ogni anno sarebbero costrette al matrimonio con viaggi forzati nei paesi di origine.

Jasvinder Sanghera, indiana, data in sposa a 14 anni quando abitava con la famiglia nella cittadina britannica di Derby, dopo la fuga di casa e dopo essere stata rinnegata da tutta la famiglia, si è ricostruita una vita e ha fondato l'organizzazione Karma Nirvana, che in otto anni ha ricevuto più di 48mila chiamate di aiuto. Karma Nirvana consiglia il trucco del cucchiaino: quando le ragazze partono per le vacanze e hanno il sospetto che la famiglia stia tramando cerimonie indesiderate, devono infilarne uno sotto i vestiti in valigia. Al controllo del metal detector i poliziotti fermeranno la giovane e la porteranno magari in una stanza privata, dove la ragazza avrà modo di raccontare la sua storia.

Le catastrofi ambientali e sanitarie degli ultimi anni hanno solo peggiorato la situazione. In Sierra Leone le scuole sono rimaste chiuse per nove mesi a causa dell'epidemia di ebola. Le bambine sono state escluse ancora di più dalla società e in primavera ci sono state più di mille gravidanze tra adolescenti e pre-adolescenti. In Nepal «bambine di tutte le età - racconta Anand Tamang, coordinatrice di Girls not brides - vengono violentate nelle tende in cui sono ammassati gli sfollati, soprattutto a Kathmandu».

In Mozambico e in Zambia è molto diffusa l'usanza di «campi di iniziazione» sessuale per imparare «a soddisfare un uomo». Questi sono regni di ipocrisia. Vige il divieto del matrimonio prima della maggiore età, ma le bambine vengono obbligate ad «addestrarsi», tra gli 8 e i 13 anni, subito dopo la prima mestruazione.

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