Una Sinfonia che è il balsamo per ogni irrequietezza: un dolce naufragare. Sciolta fra i modi pastorali di legni impegnati in prima linea e il cantilenare pacioso del primo movimento. E ancora, il senso di armonia assoluta del secondo, di rustica giocosità e delle bizze della natura (e quindi dellumana inquietudine) del terzo. Fino allinno religioso del Finale: riconciliazione con sé e con il mondo.
È la Sesta Sinfonia, Pastorale appunto, di Ludwig van Beethoven, partitura che lOrchestra Verdi ha prescelto per chiudere la terna di concerti di giovedì (ore 20.30), venerdì (ore 19.30) e domenica 30 aprile (ore 16), allAuditorium in Largo Mahler.
Appuntamenti un tempo affidati alla bacchetta di Riccardo Chailly che si ricongiungerà alla compagine - di cui per anni è stato direttore musicale - per il Requiem di Verdi in omaggio allo scomparso Romano Gandolfi, lanima del Coro della Verdi (ancora da decidere luogo, che di sicuro sarà sacro, e data).
Per i tre concerti in Auditorium, sale sul podio lo sloveno Marko Letonja che ha mantenuto inalterato il programma di partenza con leccezione del brano di Aribert Reimann sostituito dalla Passacaglia di Anton Webern. Passacaglia che è un omaggio dichiarato al mondo barocco di Johann Sebastian Bach e un addio al tardo romanticismo di Strauss e di Mahler. Il tutto tradotto nellaltalenare fra meditazione poetica ed ebbrezza sonora. Lirismo che si prolunga nel Concerto in la minore per violoncello op. 129 di Robert Schumann affidato al solista Luca Franzetti.
Marko Letonja, quarantacinquenne, è cresciuto musicalmente fra Lubiana e Vienna, città questultima con la quale intrattiene un rapporto privilegiato fatto di inviti dal Vienna Festival e dallOrchestra Sinfonica. Debutto nel 1987 con la Filarmonica Slovena e poi giro dei più importanti teatri. Tra essi la Scala dove Letonja tornerà in settembre per dirigere Sancta Susanna di Hindemith, opera che dirigerà anche a Lisbona.
Quanto alla Sinfonica Verdi, frequentata con certa assiduità, lultima collaborazione risale allaprile 2004, con un programma di Stravinskij e Cajkovskij.
Letonja, pressoché gloria nazionale, continua a mantenere vivi i ponti con la ex Jugoslavia, a breve lo attendono concerti con la Filarmonica Slovena e la Filarmonica di Zagabria.
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