Sono custodite in parte a Washington, nella biblioteca del congresso, in parte a Yorba Linda, in California, nella sede della Richard Nixon Library. E il più romantico, il più tenero, il più delicato è proprio lui, il ruvido Richard Nixon che la memoria popolare vuole da sempre gelido e cinico. Sono le lettere d’amore che i presidenti degli Stati Uniti hanno scritto negli anni alle mogli, un angolo inedito della loro vita privata. Ci fecero persino una mostra qualche anno fa intitolata "Dearest Partner": Hillary mandò il suo abito di nozze, un vestitino semplice, quasi hippy, comprato in un grande magazzino nel 1975 giusto il giorno prima del matrimonio. Ne abbiamo sbirciata qualcuna. Ma solo perchè è San Valentino.
Franklin Delano Roosevelt: il nostalgico
«Cara Eleanor,
mi manchi in modo orribile e la casa è vuota senza te. Vorrei solo raccomandarti una cosa in mia assenza: stai attenta agli incendi in casa. Controlla ogni sera che i secchi siano pieni di acqua. E che i caminetti siano spenti prima di andare a letto. Ti amo tanto».
Lyndon Johnson: l’innamorato pazzo
«Cara Lady Bird,
questa mattina sono ambizioso, orgoglioso, mi sento pieno d’energia e sono pazzamente innamorato di te».
Richard Nixon: il romantico
«Cara Pat,
quando soffia il vento, cade la pioggia ed il sole splende tra le nuvole come adesso sento battere nel mio cuore la certezza che niente di più bello poteva accadermi che innamorarmi di te, mio dolce cuore».
Woodrow Wilson: il sognatore
«Cara Ellen Louis,
ogni volta che mi addormento sogno i baci che non posso darti»
.
Dwight Eisenhower: l’orgoglioso
«Cara Mamie,
ho amato solo te. Sono stato l'uomo più fortunato del pianeta nell'averti sposato. Sono orgoglioso di nostro figlio che se è la persona che oggi è, il merito è tutto tuo. Con tutto il mio eterno amore, il tuo eterno amante per tutti questi anni...».
Chester Alan Arthur: l’appassionato
«Cara Ellen,
non sai quanto ti amo: sento che le pulsioni del tuo amore rispondono alle mie»
.
John Adams: il timidone
«Cara Abigal
adorabile, ti domando l’onore di concedermi i tuoi baci prima che arrivi il giorno del nostro matrimonio. Tanti baci quante le ore che vorrei passare con te, per sempre».
Theodore Roosevelt: l’impaziente
«Cara la
mia dolce mogliettina, ho appena ricevuto la tua cara lettera e non riesco più a contenere il desiderio di vederti. Oh, mio dolcissimo amore vero, prego tutte le notti, forse per niente, di essere degno di te».
Ronald Reagan: il tenerone
«Cara Nancy,
vorrei sempre riempirti di baci sei la luce della mia vita, sei la compagna che adoro. Lo sai che quando dormi pieghi i tuoi pugni sotto il mento? Molte volte, ancor prima dell'alba, ti guardo, steso al tuo fianco sul letto e non riesco a resistere alla tentazione di sfiorarti, ma leggermente, perchè non ti voglio svegliare. Ma devo toccarti. Non posso resistere».
George Bush senior: l’invidioso «Cara Barbara, dolcezza mia, per favore guarda quanto i Dukakis sono romantici in tv, dobbiamo anche noi praticare il manuale dell’amore, tuo, George».
Così ad occhio possiamo dirlo: voi potete far di meglio...
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