Mi chiamo Antonio Elia Migliozzi, ho 17 anni, sono nato a Roma ma abito a Scoppito un piccolo comune a pochi chilometri dall'Aquila. Oggi, 7 luglio 2010, sento più che mai la necessità di accendere il mio computer ed esprimere tutto il mio rammarico e la mia vergogna per quanti sostengono di potersi arrogare il diritto di parlare a nome della città nella quale vivo sin da piccolissimo. Io stesso, pur essendo convinto di dar voce alla maggior parte degli aquilani, ritengo prudente presentare questa lettera come espressione unicamente di quello che è il mio pensiero. Il governo ha dimostrato in questi mesi una straordinaria capacità nella gestione dell'emergenza. Ma l'iniziale ardore con il quale si era intrapreso il recupero dell'Aquila si è andato lentamente perdendo causa la sempre più marcata politicizzazione della protesta cittadina. Mi vergogno profondamente per quel triste siparietto che è andato in scena Roma perché non è così che si aiuta la mia città.
Servono molte cose non per ultimi i soldi ma ancora prima è importante unità, coesione e voglia di crederci tutti nessuno escluso. La situazione attuale è resa molto problematica da chi si impegna solo nella critica dell'operato altrui; così facendo si rischia veramente di rimanere soli in un mare di problemi ancora insoluti.La lettera Mi vergogno di questo corteo, non è così che si aiuta la nostra terra
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