Letteratura da «grande schermo»

Alessandra Miccinesi

Letteratura e celluloide, è questo il filo che rilega le uscite più cool del fine settimana. Si comincia con un filtro magico imbevuto di sogni, incubi, e leggenda, I fratelli Grimm e l’incantevole strega, fiaba dark con tripudio di effetti visivi diretta da Terry Gilliam che attinge al potenziale inquietante di tre favole tetre (Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, Raperonzolo) per raccontare le avventure dei favolosi Will e Jake Grimm: impostori prima ed eroi poi. Interpretata da Matt Damon, Heath Ledger, Jonathan Pryce, Lena Headey e da una sfavillante Monica Bellucci nel ruolo della vanitosa strega dello specchio, I fratelli Grimm racconta le vicende di due baldi truffatori i quali durante l’epoca napoleonica vagano per il paese sconfiggendo demoni in cambio di denaro facile. Scoperti dalla milizia Will e Jake sono costretti a fronteggiare la spietata regina della Turingia, la quale, sopravvissuta per secoli nella sua torre inaccessibile è sul punto di risorgere dal suo sonno secolare grazie a un diabolico incantesimo: dodici fanciulle verranno sacrificate in cambio della sua beltà.
Oggetti sigillati in bustine di plastica appese al muro, perché, come afferma il protagonista nel lirico sottofinale, «ogni cosa è illuminata dalla luce del passato» e la storia non può essere sepolta. Per non dimenticare l’Olocausto, ma soprattutto per ribadire il valore della memoria, esce sugli schermi di Eden e Mignon Ogni cosa è illuminata con Elijah Wood, Eugene Hutz e Boris Keskin. Diretto dall’esordiente Liev Schreiber, questo gioiello del circuito indipendente americano si conferma un debutto davvero luminoso. Adattato dal regista sulla scorta del romanzo di Jonathan Safran-Foer, Ogni cosa è illuminata è un road-movie suddiviso in 4 capitoli. Un giovane collezionista ebreo newyorkese va in Ucraina sperando di ricomporre il puzzle della sua famiglia: gli fanno da guida un giovanotto fissato con la breakdance, suo nonno che si finge cieco, e un cane psicolabile.
C’è grande (e motivata) attesa per la trasposizione cinematografica del best-sellers di Jennifer Weiner In her shoes - Se fossi in lei film in odore di Oscar diretto da Curtis Hanson e interpretato da Toni Collette e Cameron Diaz. Due sorelle dai caratteri (e dai fisici) diversi si scontrano sullo sdrucciolevole terreno dell’inadeguatezza per scoprire, tra furti di partner e scambi di scarpe, che entrare in empatia con se stessi (e di conseguenza con chi si ama) è ancora possibile. L’arte di perdere? Quella si può imparare, specie se a spiegare la lezione è una nonna che ha il profilo leggendario di Shirley McLaine.


Ennesimo debutto d'autore - dirige lo scrittore Paul Haggis, Million dollar baby - per un’altra cometa del cinema indipendente americano, Crash-contatto fisico, film corale ambientato nell’arco di 32 ore che prende spunto dalla cronaca statunitense di violenze razziali e episodi di intolleranza.

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