Il cervello che ci sabota, Paolo Borzacchiello spiga come governarlo a nostro favore

In "Usa il cervello prima che lui usi te" (Mondadori), Paolo Borzacchiello ci accompagna in un viaggio sorprendente all’interno della nostra mente, mostrando come comprenderne il funzionamento possa aiutarci a vivere meglio e a trasformare limiti e ansie in strumenti di crescita

(Foto Social)
(Foto Social)

La nostra mente è brillante, peccato che a volte usi la sua brillantezza per crearci problemi.” Con queste parole, Paolo Borzacchiello ci introduce al tema centrale del suo nuovo libro, Usa il cervello prima che lui usi te (Mondadori): comprendere il funzionamento del cervello è la chiave per vivere meglio, affrontare le sfide quotidiane e trasformare i nostri limiti in strumenti di crescita.

Attraverso esempi concreti, esercizi pratici e brevi dialoghi immaginari con le diverse parti del cervello -dalla razionale corteccia prefrontale all’emotiva amigdala, fino agli ormoni e neurotrasmettitori che guidano motivazione, piacere e serenità - Borzacchiello ci mostra come osservare, comprendere e gestire i meccanismi mentali che spesso ci sabotano. Dopo aver esplorato il linguaggio nei suoi precedenti libri, l’autore ci accompagna questa volta in un viaggio sorprendente dentro la nostra mente, rivelando come autodifesa cognitiva, gestione delle emozioni e strategie pratiche possano trasformare un “nemico interno” in un alleato potente.

Nella nostra intervista, ci spiega perché il cervello non fa il tifo per noi, come aggirare gli ostacoli che ci pone, e come affrontare ansie, paure e la sindrome dell’impostore, imparando a “usare il cervello” a nostro vantaggio.

L'intervista

Dal linguaggio di cui ha indagato nei suoi precedenti libri è passato a parlare in “Usa il cervello prima che lui usi te” del “funzionamento” della nostra mente. Quanto questo è fondamentale per il successo o comunque per il vivere bene nella nostra vita?

“Fondamentale: se non conosci il modo in cui il cervello lavora e pensa, rischi di avere numerosi problemi, dalla vergogna di parlare in pubblico all'uso eccessivo dei social, al malessere legato all'insoddisfazione per la propria vita e così via. Capire come funzionano queste cose è dunque fondamentale sia per la vita privata sia per la vita professionale”.

Che cosa è l’autodifesa cognitiva di cui il suo libro è un manuale?

“La capacità di capire come funzionano le nostre regole mentali per proteggerci dai danni che possono causarci”.

Scrive che il nostro cervello è brillante ma a volte ci crea problemi, perché questo accade?

“Perché il cervello non fa il tifo per noi: lui vuole solo star tranquillo e ripetere schemi che ha già ripetuto, anche se questi appunto si rivelano dannosi per noi. Lui fa quello che è abituato a fare. Inoltre, lui ricerca ricompense immediate e gratificanti: non lo capisce che quella fetta di torta gli darà appagamento immediato ma poi gli creerà qualche problema. Lui vive una vita sua, di grande routine. E lo fa per risparmiare energia, perché dal suo punto di vista... meno pensa e meglio è”.

Abbiamo un nemico in casa?

“Un nemico o un alleato potente, dipende da quel che ti aspetti da lui e ovviamente dal modo che hai di comunicare con lui”.

Come si inganna una mente e perché è importante saperlo fare?

“Per prima cosa, partirei dal perché è importante saperlo fare: perché ci meritiamo una vita all'altezza delle nostre aspettative più alte. Perché possiamo stare molto meglio di così e fare molte più cose. Poi, più che "ingannare", userei il concetto "aggirare gli ostacoli". I meccanismi di funzionamento del cervello non li puoi cancellare, non puoi cancellare con un colpo di spugna millenni di programmi biologici progettati per farci sopravvivere. Puoi però gestirli, aggirandoli e fornendo al cervello nuove prospettive, nuove strade che gli permettano di perseguire i suoi scopi, senza però farti male”.

Possiamo dire che il suo libro è una sorta di manuale istruzioni per il nostro cervello?

“Esattamente. Divertente, ma pur sempre un manuale di istruzioni”.

Siamo quasi tutti affetti dalla sindrome dell’impostore, ci spiega di cosa si tratta e perché, pur noi non essendolo, (almeno non tutti), ci sentiamo spesso così?

“È un meccanismo malefico e malsano che ci porta a credere di non essere mai all'altezza, che quello che facciamo - anche se viene riconosciuto e apprezzato - non è comunque mai abbastanza, che le persone prima o poi scopriranno che siamo un bluff. I motivi per cui nasce questa sindrome possono essere molti, e variegati, di solito affondano le radici in "cattiva" educazione e scarsa sponsorship da parte dei nostri genitori. Nel libro spiego di che si tratta e come conviverci serenamente”.

Cosa succede nella nostra vita quando da subire le situazioni impariamo a gestirle. Il suo libro può farlo?

“Il libro nasce per questo scopo: insegnare alle persone come gestire situazioni che non possono controllare. Non posso per esempio gestire il fatto di sperimentare determinate emozioni in determinati contesti, ma posso imparare a gestirle così che non mi si ritorcano contro. Non posso controllare il fatto che a fine giornata avrò un conflitto fra l'andare in palestra e stare sul divano a dormire... ma lo posso gestire e risolvere sfruttando le dinamiche di funzionamento del cervello”.

Si tratta di esercizi complicati?

“Ma no, anzi. Io da sempre divulgo concetti anche complessi in modo divertente e facilissimo da comprendere, alla portata di tutti, ma proprio di tutti”.

Per una persona che non l’ha mai fatto quanto è difficile “governare” i meccanismi che abbiamo in testa?

“Dipende dalla condizione di partenza: non esistono ricette buone per tutti. Diciamo che, e questa è la buona notizia, a prescindere dal punto di partenza tutti possono stabilire nuovi punti di arrivo. Tutti, o quasi... che a vedere certi programmi televisivi un po' ti viene lo sconforto”.

In base a quello che racconta, tutte le nostre ansie, le frustrazioni, le paure che ci portiamo dietro, così come le insicurezze, potrebbero essere risolte?

“Gestite, e ovviamente fatte salve le situazioni patologiche che richiedono il supporto di professionisti preparati. Diciamo che per le paturnie della vita quotidiana, è perfetto”.

Una volta che il nostro cervello “impara” va avanti

automaticamente o proverà sempre a sabotarci?

“Lui farà sempre "lui", e i suoi vizi li porterà avanti sempre. Vero è che possiamo condizionarne le dinamiche fino a renderlo automaticamente o quasi un nostro alleato”.

usa il cervello prima che lui usi te

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