Letteratura

Elena di Cioccio: il peso di un segreto e il passato difficile della conduttrice

Nella sua autobiografia dal titolo Cattivo Sangue edita da Vallardi, Elena di Cioccio racconta aneddoti della sua infanzia, relazioni tossiche e la paura di svelare un segreto ingombrante

Elena di Cioccio: il peso di un segreto e il passato difficile della conduttrice

Cosa significa vivere con la paura di svelare un segreto che ci riguarda e che inevitabilmente potrebbe influenzare gli altri o contribuire a far cambiare il modo che questi hanno di percepirci o considerarci?

Ne sa qualcosa Elena Di Cioccio che nel suo primo libro “Cattivo Sangue” (edito da Vallardi) ci racconta i suoi ultimi vent’anni segnati dall’Hiv, un sgreto inconfessabile e ingombrante. Lo fa in una sorta di autobiografia in cui la nota conduttrice tv e attrice si mette a nudo, narrando esperienze di vita, aneddoti legati alla sua famiglia, stati emotivi altalenanti che terranno incollato il lettore sino all’ultima pagina.

Tra nuovi inizi, conquiste professionali, dipendenze, relazioni tossiche e segreti, Elena cerca di sfuggire alla sua parte autentica caratterizzata dal suo segreto per paura di essere giudicata e rifiutata. Si creerà il personaggio di Velena, una donna forte, provocatrice, sexy e strafottente, piena di idee creative che se ne frega del giudizio altrui. Vestendo i panni di Velena, Elena si sentirà invincibile nell’affrontare le insidie della vita e la sua malattia. Attraverso Velena sfuggirà al dolore, alla sofferenza e al bisogno di amore che bussa alla sua porta ogni volta che Elena torna a casa e rischia di soffocare nel suo senso di solitudine e inadeguatezza.

In “Cattivo sangue” riscopriamo una nuova Elena Di Cioccio, ricca di sfaccettature inedite. La sua è la storia di tutti noi che viviamo quotidianamente per affermare il nostro bisogno di affermarci in amore e nella professione scontrandoci con limiti, debolezze e fragilità che caratterizzano la nostra natura umana. Ripartendo dal roprio segreto, dai propri punti deboli e dalle inadeguatezze è possibile redimerci da tutto il dolore provato nel corso del proprio percorso esistenziale? È questo che in diverse occasioni Elena Di Cioccio si ritroverà a chiedersi dopo tante cadute ed errori commessi.

Attraverso la sua esperienza la Di Cioccio ci invita a fare pace con quelle parti di noi stessi che fatichiamo ad accettare perché ci fanno sentire fragili ed inadeguati. Quelle parti parlano di noi e non accettarle significa alimentare rischiose spirali dalle quali col tempo potrebbe risultare difficile e faticoso riemergere. Per rinascere e splendere di luce nuova bisogna prima perdonare i propri errori e consolare quelle parti di noi che necessitano prima di tutto della nostra cura e del nostro amore incondizionato.

In una sorta di catarsi Elena di Cioccio affida al lettore la sua storia. Lo fa con coraggio e determinazione non temendo più giudizi e cattiverie. In questo si denota molta maturità. Quando ci racconta episodi drammatici come la violenza domestica subita e la morte suicida di sua madre è inevitabile entrare in empatia con l’autrice. La Di Cioccio si racconta senza filtri e artifizi. “Cattivo sangue” è l’ennesima testimonianza che niente è come sembra. Ogni persona, attraverso la maschera che indossa per convenienza o per necessità, tende a celare la sua vera identità, il suo vissuto caratterizzato da traversie, dubbi, incertezze e debolezze. Eppure come ci insegna l’autrice tutto ciò andrebbe espresso perché fa parte della nostra natura umana. La storia di ognuno di noi, come anche quella della Di Cioccio, merita di essere raccontata per infondere coraggio in chi vive le medesime situazioni.

Un libro forte che trasuda pura vita, coraggio e voglia di rinascita quello di Elena Di Cioccio, un’autobiografia toccante e commuovente che arriva dritta al cuore del lettore e di chi sa che solo dopo aver toccato davvero il fondo è possibile riemergere per abbracciare a pieno la serenità che ognuno di noi merita.

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