Un lettore naviga in Rete e scopre la fonte della guerra civile di parole

Egregio direttore,
non so se le è capitato di frequentare certi blog e network politici negli ultimi tempi, c’è un clima di odio e di eversione che si respira navigando in rete e specificatamente sui canali di youtube. Tengo ad informarla di questo all'indomani dell'arresto di un gruppo di brigatisti rossi che avevano programmato un attentato in occasione del prossimo G8. Sono convinto che le Brigate rosse siano ancora ben attive e oggi si celano e brulicano nella rete dove vanno a pescare adepti soprattutto tra seguaci fanatici di personaggi come Travaglio, DiPietro, Grillo, Piero Ricca e altri. Basta visitare youtube nei canali da loro creati e leggere i commenti di odio e di morte contro il premier e i rappresentanti di governo per capire la pericolosità e l'odio che pervade simili personaggi. Anche il sottoscritto è stato vittima di una minaccia molto esplicita per il solo fatto di aver postato un messaggio a favore del premier.
Ritengo che questa situazione sia molto grave e ben farebbe la magistratura (e qui tocco un tasto dolente in quanto questi personaggi godono di un immunità assai strana) con l'aiuto della polizia postale a indagare su questi strani personaggi che oggi purtroppo sempre più numerosi affollano la rete con messaggi, ripeto, tanto deliranti quanto inquietanti. Nella speranza che lei dedichi a questo tema la giusta attenzione, cordialmente la saluto.

P.S.: In privato le allego un link esemplificativo dove lei potrà rendersi conto dei messaggi di odio e di morte contro rappresentanti dell'attuale governo. E ripeto se si va a indagare sugli autori si scopre che sono tutti ammiratori o iscritti ai forum dei vari Grillo, Travaglio, Milano Libera.
Venezia

Qualche volta mi capita e, davvero, ha ragione lei. C’è in questa quasi estate un clima torrido, da guerra civile di parole. Tutta la sinistra fatica ad accettare la vittoria elettorale di Berlusconi, tanto da ripudiare il principio cardine della democrazia. È qualcosa di viscerale, quasi istintivo, che però agita un bel po’ di fantasmi. Non sono uno che ama le dietrologie, ma quando sento Massimo D’Alema parlare di «scosse» qualche dubbio mi viene. Non credo a rivoluzioni, chiaramente, ma a manovre di palazzo.
C’è poi la sinistra antagonista, quella che frequenta certi territori della rete, quella che cerca il futuro in certe foto in bianco e nero degli anni ’70, rispolverando l’odio ideologico, le frasi fatte, la burocrazia degli slogan, la vita come lotta continua. Ha visto quei «nuovi» brigatisti in aula? Stavano lì, con i pugni alzati, intonando l’internazionale, mentre il giudice leggeva la sentenza. È stato come ritrovarsi all’improvviso in un lontano passato, come se tutto il sangue e il piombo versato scorresse ancora, senza pietà, senza futuro. E il guaio è che non tutti erano ombre del passato, c’erano ragazzi e ragazzi del centro sociale padovano, una sorta di incubatore del tempo perduto, un tempo maledetto.

Non voglio dare a Grillo e Travaglio la patente di cattivi maestri, loro con le Br non hanno nulla a che fare, ma è vero che le loro parole sono pane per chi vede nell’avversario politico solo un nemico. Attenzione a mettere la maschera sul volto degli uomini. È l’alibi morale di chi impugna una pistola, e spara.

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