Lettori in rivolta contro il «Corriere» di sinistra

I «delusi» si sono orientati soprattutto sul «Giornale» e altre testate di centrodestra

Lettori in rivolta contro il «Corriere» di sinistra

da Milano
Rabbia, delusione, abbandono. L’outing del Corriere della Sera a favore del centrosinistra ha punto nell’orgoglio quanti se ne erano accorti da un pezzo ma non si rassegnavano all’idea che il loro quotidiano di una vita fosse schierato come tutti gli altri. Quando lo hanno letto nero su bianco, i difensori a oltranza del «Corrierone» super partes hanno abbassato le armi e annunciato la resa. Se ne sono accorti alle edicole, il giorno dopo l’editoriale in cui il direttore Paolo Mieli non ha usato mezzi termini per svelare che via Solferino sta con Romano Prodi. Dai primi contatti con il circuito dei rivenditori, sembra che solo su Milano, dove il Corriere ha la sua roccaforte per quanto riguarda la diffusione, gli altri quotidiani abbiano registrato il 20 per cento di vendite in più, in Lombardia tra il 10-15 per cento, più contenuto il dato a Roma (tra il 5 e 6 per cento). Conseguenza del fatto che, stando a quanto riferiscono le rivendite, almeno a Milano un lettore su cinque ieri non ha acquistato il Corriere della Sera.
Sensazioni che diventano conferma, facendo una passeggiata tra le edicole della città. In piazza Oberdan, intorno alle 17.30, una quarantina di copie (sulle 108 consegnate all’alba) attendono ancora di essere vendute, «e oggi c’era pure il magazine in allegato, per cui di solito a quest’ora sono già finite da un pezzo - riferisce il titolare -. Senza il settimanale, ne avremmo avanzata una pigna più alta. La gente si è arrabbiata parecchio, molti dicono che non lo compreranno più». Commenti che in piazza della Repubblica l’edicolante ha dovuto sentire dalle sei del mattino, quando ha ricevuto la prima telefonata di un abbonato a cui di solito consegna a casa il Corriere «e che da adesso in poi mi ha ordinato di portargli il Giornale. Altri tre clienti lo hanno disdetto “almeno per un po’”». Anche lì, alle cinque del pomeriggio, ci sono ancora trentotto copie invendute su 115 arrivate, «in una giornata qualsiasi ne avremmo sul banco solo due o tre. Molti degli habituée si sono sfogati contro il direttore, dicono che “ha sbagliato, non si fa così, il Corriere doveva rimanere sopra le parti”».
All’angolo tra via Vitruvio e Benedetto Marcello, l’edicolante fa i conti: alle 18 lo hanno già chiamato quindici clienti per disdire l’abbonamento a casa, «per fortuna mi hanno chiesto di sostituirlo con il Giornale, o con altre testate, per me l’importante è vendere». E riferisce che «molti di quelli che lo compravano fisso da anni adesso dicono che non lo acquisteranno mai più, che non bisogna sempre giustificare le proprie scelte guardando a cosa accade in America». Di copie sul tavolo ne sono rimaste diciotto, mentre «a quest’ora di solito non ce ne sono più». Corriere venduto sì o no? L’edicolante di corso Venezia, proprio di fronte allo storico Palazzo Bovara, fa pollice verso: «Siamo sotto almeno del 20 per cento, e ci sono arrivate parecchie disdette da casa. I lettori ci sono rimasti male, un conto è immaginare che il quotidiano stia col centrosinistra, un conto vederlo scritto. Chi lo ha sempre definito indipendente ora è deluso».
In piazza IV Novembre quasi a fine giornata il bilancio non è molto diverso dal solito, ma anche qui gli edicolanti ribadiscono che «quando c’è il magazine le vendite sono più alte, bisognerà vedere nei prossimi giorni. La nostra sensazione è che tanti non vorranno più acquistarlo, e gli anziani sono i più arrabbiati». E l’ipotetica ressa dei lettori-elettori del centrosinistra? «Per ora, non sembra proprio che ci sia». Venticinque copie avanzate su centottanta, poco dopo le 17, all’edicola di piazza Duca d’Aosta, di fronte al lussuoso Hotel Gallia. «Il Giornale e altri quotidiani di area moderata invece sono già esauriti - fa notare il titolare -. Bisognerà vedere come va nei prossimi giorni, può darsi che molti non abbiano ancora letto l’editoriale contestato..».


Meno defezioni nelle edicole del centro, dove i livelli delle vendite verso le 18 non sono molto diversi dal solito: ancora sul bancone di piazza Cordusio diciotto copie su centodieci (ma anche qui, il solito refrain sul «magazine che fa comunque vendere di più») e nella norma in piazza Duomo. Da piazza Enzo Tortora, domani mattina, dovranno partire verso casa degli abbonati cinque copie in meno del Corriere.

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