Lo scorso weekend, durante un convegno sullo stato dell'auto nel nostro Paese, organizzato a Torino da Amoer, sono stati affrontati molti temi caldi di grande attualità, ma anche di un profondo valore strategico. Si è dibattuto a lungo sulla presunta disaffezione del mondo giovanile verso l'oggetto del desiderio auto. Varie opinioni si sono incrociate tra chi ritiene che i giovani oggi vadano più volentieri in bici che in macchina, a chi, più pragmaticamente, riconosce nei giovani una limitata capacità di acquisto. Sarà pur vero che il valore simbolo che l'auto ricopriva per la mia generazione oggi non ha più ragione di esistere, com'è pur vero che una limitata percentuale di giovani si indirizzi verso la bici, ed è altrettanto vero che per i percorsi più lunghi, i treni ad alta velocità e gli aerei low cost, rappresentino un'agguerrita concorrenza all'auto.
Io credo, che oltre a tutto ciò, manchi tuttavia la capacità economica ai giovani per impegnarsi nell'acquisto e nella gestione di un'auto nei nostri tempi; questa, forse, è la prima generazione che guadagna meno dei loro padri alla stessa età, ed è anche la generazione dove la flessibilità del lavoro, giusta da proporre, si è trasformata in precariato. Per gestire oggi un'auto, oltre al listino, bisogna fare i conti con il prezzo crescente dell'assicurazione, del carburante e delle multe, che sono aumentate in maniera spropositata negli ultimi anni. Noi del mondo dell'auto possiamo esercitare una pressione per rendere più accessibili le assicurazioni, il costo dei carburanti, l'entità delle multe, a volte incomprensibili, ma certamente non abbiamo un potere di leva su questi temi; lo abbiamo, però,per quanto riguarda una struttura di finanziamenti ad hoc, magari con fondi europei, dedicata esclusivamente ai giovani di prima motorizzazione.
*Presidente Areté Methodos
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.