L'ex aguzzino nazista estradato dagli USA in Austria non sarà perseguito

Josias Kumpf, 83 anni, era minorenne quando partecipò al massacro di ottomila ebrei in Polonia e non è mai stato cittadino austriaco. Inoltre i crimini sono in parte prescritti

Per Vienna è un cittadino libero l'ex guardiano di un campo di concentramento nazista in Polonia, Josias Kumpf, di 83 anni, estradato ieri dagli Stati Uniti in Austria, perché gli addebiti che gli vengono mossi non sono più perseguibili nel Paese.
«Abbiamo sempre fatto notare agli Stati Uniti che Kumpf non può essere incriminato dei crimini di cui è accusato», ha dichiarato la portavoce del ministero della Giustizia a Vienna, Katharina Swoboda. L'Austria ha informato in passato le autorità americane che la legge austriaca non permette di incriminarlo oggi per una serie di aspetti giuridici: in parte perché si tratta di reati caduti in prescrizione, poi perchè quando li ha compiuti era minorenne e infine perchè Kumpf non è mai stato cittadino austriaco e i crimini non sono stati compiuti in Austria.
Kumpf era nato nell'attuale Serbia come membro della minoranza tedesca. Dopo essere entrato nelle SS come guardiano del Lager di Sachsenhausen in Germania, fu in seguito trasferito a Trawniki, nella Polonia occupata dai nazisti.

Fu qui che il 3 novembre 1943 i nazisti massacrarono ottomila detenuti ebrei, uomini, donne e bambini, e fra gli aguzzini a sparare c'era anche Kumpf, che aveva l'incarico particolarmente odioso di finire a colpi di arma da fuoco i sopravvissuti alle raffiche di mitra sparate all'interno di fosse dove le vittime venivano costrette a calarsi ancora in vita. Nel 1956 Kumpf emigrò dall'Austria negli Stati Uniti, dove ha vissuto a Racine (Wisconsin), con cittadinanza americana a partire dal 1964, fino alla sua recente estradizione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica