La lezione di Gianni Brera

La scrittura come vizio di famiglia. Di Gianni, il Brera maior, da anni si è già detto tutto. Di Paolo, il Brera junior, invece, c’è ancora parecchio da dire, e da scoprire. Un buon modo per “entrare” a casa Brera - straordinaria fucina di articoli e libri da due generazioni - è il cofanetto, appena pubblicato da Editing edizioni, che contiene ben due Brera. Il celebre romanzo Il corpo della ragassa che Gianni Brera scrisse nel 1969, poi diventato, nel ’79, un fortunato film adattato da Alberto Lattuada e diretto da Pasquale Festa Campanile: la storia, scritta in venti giorni su una terrazza di Fegina (la parte nuova di Monterosso) di Tirisìn Aguzzi, ragazza molto bella e più furba di quanto appaia che trova una maniera insolita di uscire dalla povertà; e un romanzo di Paolo Brera, Il denaro degli altri, un giallo dove Monterosso - luogo nel quale i Brera hanno una casa di famiglia - diventa lo scenario della vicenda: un misterioso omicidio a cavallo del confine svizzero-italiano sul quale indagano il colonnello dei carabineri Valerio Maffi De Valera e l’ispettrice Güldil Zekikanin della polizia del Canton Ticino... Per conoscere meglio, invece, vita, opere e miracoli (di scrittura) di Gianni Brera, da poco è uscito Un lombardo nel pallone (ExCogita), l’autobiografia di Gianni Brera raccolta da Piero Mazzarella jr. e portata in scena dal padre Piero, celebre attore e grande amico e compagno di bevute di Gianni.

Accompagnano questo testo due atti unici radiofonici, «Il licenziamento di Adamo» e «Don Giovanni alla svolta» e la commedia «Mille e non più mille», andata in onda sul terzo programma RAI con Franco Parenti nel ruolo principale.

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