La lezione del mercato: ci vuole pazienza

di Franco Ordine
E poi dicono che il mercato di gennaio serve a poco. No, qui non discutiamo del contributo (minimo) di Pandev alla causa dell’Inter campione d'inverno. Lì, su quella lastra di ghiaccio, ha fatto tutto, nel bene e nel male, Mario Balotelli: gol decisivo a modo suo (sbaglia la soluzione facile, azzecca quella più complicata) ed applausi al pubblico che utilizza i fischi come uno scudiscio. No, non c’entra nemmeno Toni entrato a Cagliari negli ultimi dieci minuti fatali alla Roma: in quel tambureggiante assalto, tutte le colpe, semmai sono da attribuire a Cassetti, che si fa spostare come un birillo da Conti e poi si fa sorprendere alle spalle in occasione del 2 a 2. Segnaliamo invece le due stoccate di Sergio Floccari, appena arrivato da Genova a Roma, capace subito di risollevare gli umori e le quotazioni della Lazio messa sotto dal Livorno addirittura. È bastata una minuscola correzione di Ballardini, l’arrivo della terza punta, per consentire al centravanti di smentire le profezie di Gasperini e i giudizi frettolosi del Grifone. Nel Genoa, Floccari sembrava un pesce fuor d’acqua, messo in discussione al primo dribbling mancato, contestato al primo gol sfiorato: è rifiorito velocemente, segno che per esaltare le virtù di un attaccante servono altri requisiti: la pazienza innanzitutto.
E poi dicono che cambiare allenatore serve a poco. Possono pensarlo, con qualche ragione, l’Udinese e Pozzo, l’Atalanta e il Siena, magari anche il Bologna, ma di sicuro la scelta effettuata qualche mese fa da De Laurentiis viene benedetta da una striscia clamorosa di risultati che hanno rilanciato il Napoli fino ai confini della zona Champions. Diciamolo in modo chiaro: qui non si tratta soltanto di una congiunzione favorevole di astri, che pure il gol di Quagliarella da 25 metri farebbe temere. Mazzarri, che è tecnico esperto e dotato, ha lavorato di fino, in corsa e durante la sosta natalizia. Ha ridato fiducia a un gruppo che sembrava depresso ai tempi di Donadoni, è passato davanti alla Juve con una rimonta prodigiosa e ha onorato ogni singolo successo con una prova di gran qualità.

L'inizio del nuovo corso è da sistemare in coincidenza della sfida col Milan: era sotto di 2 gol, nei minuti conclusivi riuscì a risalire la china e a mettersi in traiettoria di sicurezza. Cambiare allenatore serve quando c’è da lavorare sulla materia prima, naturalmente. Se poi Quagliarella riprende a fare gol (con Donadoni è rimasto a secco), allora tutti i conti tornano.

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