Il Fondo monetario internazionale riduce le previsioni di crescita economica in Italia, sia quest’anno sia nel 2012. Una stima, quella del Fmi, che potrebbe aver avuto una qualche influenza nella trattativa di Arcore: la «cifra» della manovra modificata appare proprio quella di non provocare effetti depressivi sull’economia, evitando aumenti della pressione fiscale.
Secondo le bozze del World Economic Outlook che sarà presentato alla prossima assemblea Fmi, la crescita italiana 2011 potrebbe fermarsi allo 0,9%, contro l’1,1% delle stime precedenti, mentre il 2012 potrebbe concludersi con una crescita dello 0,7% contro l’1,3% delle previsioni precedenti. Dal Fondo arriva, allo stesso tempo, il plauso per gli sforzi che il nostro Paese ha fatto per migliorare la propria situazione di bilancio: «L’Italia - si legge nella bozza del Weo - recentemente ha molto rafforzato il proprio programma fiscale di medio periodo. Il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, che è l’obiettivo del governo - prosegue il documento (presentato al board del Fondo lo scorso 17 agosto) - richiederebbe alcune misure addizionali». Misure che il governo aveva approvato per decreto cinque giorni prima, il 12 agosto, e che la maggioranza ha messo a punto ieri.
Il deterioramento delle aspettative di crescita non colpisce solo l’Italia, ma riguarda l’intera Eurolandia, con revisioni al ribasso dello 0,1% e dello 0,3% nel biennio 2011-2012. La Francia subisce un taglio dello 0,3% per ciascun anno, la Germania dello 0,4% solo nel 2012.
L’economia si contrarrà in tutta Europa, conferma il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, che ipotizza una «crescita modesta» nel prossimo futuro: «C’è stato un rallentamento nel secondo trimestre di quest’anno - spiega in un’audizione al Parlamento europeo - e dunque l’area dell’euro continuerà a crescere su base modesta, in un contesto di fondamentali relativamente sani».Né potranno venire in aiuto dell’Europa, come è spesso avvenuto in passato, gli Stati Uniti. Anche l’economia americana, prevede infatti il Fmi, rallenterà nel prossimo biennio.
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