Via libera al piano casa Il Comune fa resistenza e mette i sigilli al centro

Undici aree «blindate» (oltre al centro storico e alla Cerchia dei Bastioni, che erano già vincolate). Niente sconto del 30% sugli oneri di urbanizzazione per chi costruisce e via libera all’ampliamento dei quartieri popolari solo e soltanto se verranno demoliti e ricostruiti da zero. Per non aggiungere degrado al degrado. Il Comune raccoglie a metà gli input del «piano casa» nazionale, che il Pirellone ha tradotto in legge regionale lo scorso luglio. La giunta Moratti ieri ha dato il via libera alla delibera che accoglie - e definisce - i paletti del piano. ora toccherà al consiglio approvarla entro il 15 ottobre. Un piano casa che il governo ha approvato per rilanciare l’economia attraverso il settore dell’edilizia: prevede ad esempio un aumento del 20% dei volumi per le case mono e bifamiliari, non superiori ai 1.200 metri cubi. Così sarà su gran parte della città. Ma il Comune ha deciso che 11 aree sono off limits: come Cimiano, Villaggio dei giornalisti, Porpora, Città studi, Qt8.

Qui, precisa l’assessore Masseroli, saranno consentite solo opere di recupero edilizio, ma senza incrementare le volumetrie, «no a demolizioni e ampliamenti per evitare che gli ambiti storici e paesaggistici più importanti della città siano snaturati». Si potranno ampliare le cascine e non le aree industriali («fino al 30%? A Milano non serve»). E gli sconti sugli oneri «già esistono per realizzare housing sociale o edilizia eco-compatibile».

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