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LIBERE DI CIRCOLARE

Motorizzazioni «verdi», materiali riciclati e processi produttivi carbon-free: non ci sono più motivi per il tiro al bersaglio sull’auto, anche perché una patente di efficienza arriva pure per gli pneumatici. È l’etichetta europea, che potremo vedere già da giugno (obbligatoria, però, solo dal 1° novembre) riportante le caratteristiche di resistenza al rotolamento, frenata sul bagnato e rumorosità esterna. Tre parametri, i primi due espressi in base a una classificazione di merito, dalla fascia A, in cui rientrano i prodotti più virtuosi, giù fino alla G. E un’icona raffigurante da una a tre onde «piene» in ragione della crescente sonorità di rotolamento.
Un esercizio di trasparenza che dovrebbe permettere al consumatore di scegliere consapevolmente. Si tratta infatti di un’autocertificazione del produttore, condotta su precise specifiche normate, per cui la differenza tra la più scorrevole e la meno efficiente consiste in un risparmio di 0,7 litri ogni cento chilometri , cui s’aggiunge un beneficio ambientale in proporzione in termini di Co2.
Quanto alla frenata sul bagnato, chiaro indicatore di sicurezza, tra le fasce A e la fascia F esiste un divario di 18 metri, quasi quattro berline in fila una dietro l’altra. «Come accaduto per i frigoriferi - dice Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma - all’inizio potrebbe scatenarsi la corsa ai prodotti più performanti, e più costosi, per arrivare poi al prevedibile assestamento del mercato».
Di fatto l’etichetta, che i rivenditori potranno consegnare anche in forma di depliant evidenziandone le informazioni anche in fattura, non esaurisce il novero dei parametri, una ventina, di norma esaminati nei test delle riviste di settore: dalla resistenza all’aquaplaning alla maneggevolezza e alla frenata sull’asciutto, tra i diversi criteri di altrettanta importanza.
E poi, ancora, il consumo, ossia la percorrenza chilometrica, già oggetto di una specifica classificazione negli Stati Uniti. «Né sono indicate - aggiunge il portavoce di Continental Alexander Bahlmann - le caratteristiche invernali degli pneumatici».
Ciò che forse sarà oggetto di un’etichetta apposita: di certo, nella primavera 2016 l'Ue darà vita alla fase due, con una revisione delle regole in base ai risultati ottenuti. Oggi sono esclusi dalla novità gli pneumatici ricostruiti, da corsa, di scorta, per fuoristrada professionale e per le auto d’epoca (progettati fino al settembre 1990), come pure chiodati e chiodabili nonché le gomme da moto e quelle di diametro inferiore a 254 mm e superiore a 635 mm, e con indice di velocità sotto gli 80 km/h.
La nuova etichetta, che sarà apposta non solo sulle vetture ma anche su veicoli commerciali e mezzi pesanti, è all’origine di un forte innalzamento dei contenuti tecnologici e delle performance degli pneumatici, specie tra i marchi premium. Un ruolo chiave, nell’indirizzare la scelta informata dei clienti, spetta ai gommisti. Nei cui confronti c’è già chi, come Goodyear Dunlop, ha avviato un’apposita iniziativa di comunicazione, estesa anche a grossisti e concessionari. Iniziativa simile per Michelin, che ha messo a punto pure un decalogo per gli autotrasportatori.
Emerge, però, anche qualche rischio: non si può escludere, infatti, la comparsa di etichette «tarocche». «Del resto in Asia è capitato - racconta Bahlmann - che agli automobilisti siano stati venduti pneumatici estivi marchiati M+S, come fossero invernali. Ecco allora la questione dei controlli e delle sanzioni in caso di falsa etichettatura, che ogni Paese dell’Unione eruopea è chiamato a definire in proprio.
«Sarà importante vigilare - avverte Bertolotti - per non penalizzare i marchi che tanto hanno investito.

E per non trasformare un vantaggio per il consumatore in un ulteriore sistema per frodarlo».

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