La "libertà" dei finiani: fare i ribelli incollati alle poltrone del Pdl

Protestano ma occupano ancora posizioni chiave nel partito berlusconiano. Il caso Bocchino: è nell’Ufficio di presidenza

La "libertà" dei finiani: fare i ribelli incollati alle poltrone del Pdl

Roma Un piede fuori e l’altro dentro, in equilibrio incerto ma pur sempre nei posti di comando. Già la poltrona del leader Fini, carica istituzionale «terza» e non di partito, è in discussione dopo la separazione di fatto dal Pdl. Ma gli altri? Un po’ fuori e un po’ dentro, dissidenti ma non troppo quando c’è di mezzo lo strapuntino.
Al di là dei ruoli istituzionali e di governo, il problema è che fare soprattutto coi finiani che occupano posizione di vertice dentro il vituperato Pdl, partito di sudditi e ballerine secondo l’interpretazione finiana. In attesa di evoluzioni della diatriba interna, il Pdl si trova in una condizione di ambiguità surreale, con esponenti di un gruppo parlamentare diverso dal Pdl che però coordinano il Pdl in diverse regioni o province, guidano dipartimenti tematici del partito, lo gestiscono. L’effetto straniante è assicurato.
Si provi a digitare Pdl+provincia+Bologna su internet e comparirà il link del coordinamento provinciale bolognese del partito. Bene, l’unico contenuto attualmente disponibile sul sito in allestimento è un articolo dell’ultras finiano Enzo Raisi, attuale coordinatore Pdl a Bologna. Lo stesso Raisi che ironizzava sul documento di allontanamento di Fini dal Pdl, come testo «comunista che rivela la mano del suo autore», Sandro Bondi, «perché definirlo comunista è poco». Notare che Bondi è il coordinatore nazionale del partito di cui Raisi è coordinatore provinciale. È evidente quanto sia surreale la situazione, difficile vedere molti margini di sopravvivenza se sarà lasciata in questo stato.
Un altro finiano con incarichi pidiellini è Aldo Di Biagio, responsabile Pdl all’Estero. Il variegato e complicato mondo dei pidiellini che vivono fuori dall’Italia, soprattutto all’estero, è in fermento. Una parte di loro, che si riconosce nel sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica e nel deputato eletto all’estero Guglielmo Picchi chiede con forza l’allontanamento del finiano Di Biagio da quel ruolo dopo la svolta anti-berlusconiana del gruppo che fa capo a Fini. Anche qui la tensione è alta e le contraddizioni, tra velleità futuriste e poltrone passatiste, molte, troppe.
In alto, verso l’azzurro più azzurro della costellazione Pdl, ci sono gli altri nomi dei finiani che, con la crisi pidiellina, stanno vivendo il loro «wharoliano» quarto d’ora di notorietà. L’immarcescibile Carmelo Briguglio, grande picconatore del finismo tutto d’un pezzo, è - scherzi del destino - il responsabile del Settore Formazione del Pdl. In altri termini sarebbe Briguglio, il pasdaran da Furci Siculo, che dovrebbe occuparsi delle nuove leve nel partito di Berlusconi. Un paradosso che ha del comico.
Poi c’è l’Ufficio di presidenza del Pdl, uno dei massimi organi direttivi del partito. «L’Ufficio di presidenza - si legge nello statuto - dà attuazione alle deliberazioni del Congresso nazionale e del Consiglio nazionale, coadiuva il Presidente nazionale in tutte le sue funzioni e, d’intesa con esso, concorre alla definizione di nomine e candidature». Tra coloro che dovrebbero coadiuvare il presidente nazionale, ovvero il Cav, ci sono attualmente Italo Bocchino (capogruppo alla Camera di Fli), Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Pasquale Viespoli (capogruppo al Senato di Fli).
Tornando nei terminali provinciali del Pdl, si trovano altri «fillini». Per trovarli bisogna puntare al Sud, principale terreno di coltura per i cosiddetti futuristi. Dalle parti di Avellino, come coordinatore provinciale del Pdl, c’è la deputata Giulia Cosenza, «benestante imprenditrice campana» come la racconta l’Espresso (è figlia del noto costruttore Livio Cosenza), fidata di Fini ma non di Berlusconi, che però fino a prova contraria resta il leader del partito di cui fa la coordinatrice provinciale.
Ancora a Mezzogiorno, in Basilicata, c’è il senatore Egidio Digilio, uno dei dieci parlamentari che a Palazzo madama hanno seguito Fini.

Digilio, imprenditore lucano, è tuttora vice coordinatore regionale della Basilicata per il Pdl. Anche lui, come gli altri, dissidente ma presente. Se vogliono rimuoverci, dicono in coro, dovranno cacciarci. Andarsene da soli, non se ne parla proprio.

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