Libia, quei "consigli" di Blair al figlio del raìs

Dalle carte trovate nell’ambasciata britannica a Tripoli emerge che nel 2007 il capo del governo inviò a Seif el-Islam suggerimenti per la sua tesi di laurea in un’università inglese. Il rampollo "riformista" fu assistito da un ex collaboratore del premier. La "London School of Economics" ricevette grosse somme da Tripoli

Libia, quei "consigli" di Blair al figlio del raìs

Londra L'ex Premier britannico Tony Blair fu "tutor" d'eccezione del figlio di Gheddafi Saif al-Islam, laureatosi alla London School of Economics and Political Science. Incredibile? Forse, ma è quanto rivelato ieri dal Sunday Times che cita una lettera del 5 marzo del 2007, ritrovata insieme a molti altri importanti documenti nelle sedi diplomatiche abbandonate a Tripoli. In una copia firmata da Blair e indirizzata all'«Ingegner Saif», l'ex primo ministro ringrazia per avergli segnalato la sua «interessante» tesi e risponde con i suoi «più cari auguri».

Nell'ambito della corrispondenza Blair cita anche tre esempi di collaborazione tra governo, società civile e mondo degli affari che «potrebbero essergli utili per i suoi studi».
La corposa tesi di dottorato di Saif - 429 pagine dal titolo «Il ruolo della società civile nella democratizzazione delle istituzioni di governo globale» - furono al tempo oggetto di vivaci polemiche. Un anno dopo essersi laureato Saif donò un milione e mezzo di sterline alla Scuola, uno dei numerosi pagamenti ricevuti dalla Libia divenuti poi oggetto di un'inchiesta formale. Va detto poi che nello scrivere la sua relazione lo stesso autore si descrive come il moderno riformatore che vorrebbe succedere al padre, brutale dittatore. Buone intenzioni ben presto cancellate dagli ultimi eventi. Mentre Tripoli veniva assediata dai rivoltosi, proprio Saif prometteva che non si sarebbe mai arreso e che avrebbe combattuto fino all'ultimo mentre le strade del suo Paese sarebbero state attraversate da «fiumi di sangue».

Nella lettera inviata a Saif, Blair parla anche della campagna «Make Poverty History» invitandolo a creare «una coalizione per un cambiamento che combatta sia la povertà globale che i mutamenti climatici nello stesso modo in cui combatte il terrorismo». Al tempo della sua laurea Saif venne anche accusato di aver copiato, o almeno di aver commissionato la tesi ad altri. Secondo quanto rivelò il Daily Mail lo scorso aprile, sir Nigel Sheinwald, ex collaboratore di Blair, avrebbe fornito «assistenza attiva» al figlio di Gheddafi per la stesura della sua relazione. Blair ha comunque smentito di aver letto la tesi. «Saif Gheddafi scrisse a Downing Street - ha spiegato un portavoce - e i funzionari prepararono una risposta che fu inviata con la firma del premier. Era la cosa più corretta da fare».

Ma le nuove rivelazioni riportano anche sotto i riflettori una delle università più note del mondo, la London School of Economics, che per quanto riguarda i rapporti con la famiglia Gheddafi non ha certo brillato per correttezza. Lo dimostra il fatto che proprio nel marzo scorso il rettore Howard Davies si è visto costretto a rassegnare le dimissioni in seguito alle rivelazioni del quotidiano The Guardian - che aveva dato voce alla denuncia partita da alcuni siti web studenteschi - sul patto stabilito dalla Scuola con il regime del colonnello Gheddafi per consentire ad alcune centinaia di giovani libici di dare la scalata alla futura elite del Paese.

Tutto ciò in cambio di un congruo finanziamento.

Le casse dell'università erano piene di soldi libici e il rettore aveva poi ammesso «di aver considerato ragionevole accettare finanziamenti dalla Libia, ma ciò si era rivelato un errore». Un documento pubblicato in seguito da WikiLeaks aveva poi insinuato che il governo inglese fosse informato dell'accordo e che nella vicenda avrebbero potuto essere coinvolte anche altre università britanniche.

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