Osama Bin Laden, in versione poeta di guerra, è l’ultima curiosità sullo sceicco del terrore. Negli anni Novanta il fondatore di Al Qaida era gettonatissimo a matrimoni, banchetti e feste islamiche. Non solo scriveva versi roboanti, ma li recitava con passione. Le sue poesie cantavano la guerra santa e soprattutto le gesta dei mujaheddin, che con lui avevano combattuto i sovietici in Afghanistan. Ora Osama «poeta guerriero» arriva in libreria: la rivista accademica Language and Communication, in uscita la prima settimana di ottobre, gli dedica un dotto studio. La ricerca è stata partorita da Flag Miller, professore di poesia araba all’Università della California. Si basa sull’analisi di 20 audiocassette con la voce registrata di Bin Laden, che declama i suoi poemi. Almeno 12 contengono materiale esclusivo e non lasciano dubbi sul messaggio in versi di Osama. «Un giovane che si scaglia nel fumo della guerra sorridendo/ si lancia in avanti macchiando di rosso le lame delle spade/ Possa Allah fare in modo che il mio occhio non si distolga dall’Altissimo...» scriveva e recitava Bin Laden. Il Times di Londra ha messo sul suo sito la registrazione di alcuni versi. La voce del terrorista suona giovane e suadente. Legge le sue rime con ritmo e passione in un arabo erudito.
La vicenda delle poesie di Bin Laden inizia nel 2001, dopo la fuga dei talebani da Kabul. Un giornalista della Cnn trova in una delle residenze del capo di Al Qaida 1500 video e nastri. Fra questi molte letture e poemi recitati da Bin Laden. Il materiale viene consegnato all’Fbi che cerca segnali in codice e dettagli sul linguaggio di Osama. Entra così in gioco il professor Miller che avvia l’attività di analisi dei nastri, ancora in corso. In ottobre saranno pubblicate le prime anticipazioni. Ma Miller sta preparando un libro sulle poesie dello sceicco del terrore e l’università di Yale renderà disponibili tutti i nastri nel 2010.
Secondo il docente, i versi di Osama sono pieni di metafore con «rime e metrica intelligente». Il poeta-terrorista «plasma la sua arte per eccitare il malcontento della gioventù». In pratica loda con versi epici la lotta dei mujaheddin contro i russi, inneggiando alla guerra santa. Sempre per Miller la poesia di Bin Laden nasce da «un calcolo politico» che punta ad arruolare nuovi adepti. Spesso il terrorista saudita utilizza le montagne come metafora. «I confini dividono gli arabi, ma le montagne possono aiutarli a respingere le tentazioni del mondo secolare», spiega Miller, interpretando Osama. Versi preveggenti sui rifugi di Bin Laden fra le montagne a cavallo fra Pakistan e Afghanistan.
Altri studiosi della cultura araba non danno alcun valore alle poesie del capo di Al Qaida e sostengono che dimostrano «scarsa abilità».La passione per i versi è comunque di famiglia. Anche Hamza, il figlio più piccolo di Bin Laden, inneggiava in rima al mullah Omar, il leader guercio dei talebani «simbolo di virilità e orgoglio» per l'islam.
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