Il libro contro la Rai finisce in tribunale

Paola Balsomini

Cinquanta pagine di memoria difensiva, un’ampia documentazione con video e registrazioni di alcune trasmissioni televisive della rete pubblica e dell’emittente televisiva ligure. E’ cominciata ieri la battaglia in tribunale tra la Rai e Primocanale. A suon di carte, cavilli costituzionali e un libro che raccoglie più di duemila tra e-mail e fax inviati alla televisione di Maurizio Rossi per esprimere pareri o solidarietà. Ma facciamo un passo indietro: a metà ottobre Primocanale aveva avviato una campagna pubblicitaria sull’informazione regionale. «Noi non abbiamo i minuti contati», recitava la scritta sui cartelloni che si riferivano al tempo dedicato dal telegiornale di Rai3 alla cronaca degli avvenimenti accaduti in Liguria. «C’è chi dedica alla nostra regione 48 minuti al giorno. Noi dedichiamo tutto il nostro tempo alla vita della Liguria», lo spot della campagna. La Rai aveva risposto con una denuncia e una richiesta danni di un milione di euro.
Ieri la prima tappa in tribunale e il primo colpo di scena: la memoria è stata redatta dall’avvocato Piergiorgio Alberti, costituzionalista, docente di Diritto Amministrativo Europeo. L’intento di Primocanale infatti è quello di dimostrare l’incostituzionalità di alcune trasmissioni televisive, ponendo sotto accusa le modalità con cui vengono presentati i programmi del servizio pubblico, a scapito di quello delle emittenti private.
Il giudice Gaiazzo (che ha sostituito Alvaro Vigotti), ha rinviato al 12 dicembre, alle ore 12.30, il dibattimento, mentre la Rai sostiene la tesi che anche le conferenze stampa organizzate da Primocanale per presentare il problema dello spazio informativo riservato dal servizio pubblico siano state una trovata pubblicitaria. Allo stesso modo i dibattiti, le interviste ai politici liguri e le relative trasmissioni sono stati proposti con l’unico intento di pubblicizzare l’emittente di Rossi.
Fino al 6 dicembre gli avvocati avranno tempo di analizzare la memoria difensiva, compreso il «libro» in cui i genovesi hanno espresso la loro solidarietà all’emittente ligure, criticando l’operato di Raitre.

Ma l’impressione è che questa sia solo la prima parte di un lungo viaggio tra i tribunali e Primocanale spera nell’apertura di un nuovo caso giuridico: «Il servizio pubblico in Liguria non lo fa Rai3. Lo facciamo noi». Adesso sarà il giudice a deciderlo.

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