In un libro-guida la scienza dei musei

Andrea Macco

«Il sapere scientifico e le professioni a esso correlate hanno un ruolo centrale nella società della conoscenza e costituiscono un elemento essenziale per la competitività dei sistemi paese»: così le prime righe d'apertura della presentazione del volume «La Scienza nei musei - guida alla scoperta dello straordinario patrimonio museale scientifico italiano» edito da Orme Editori nel 2006. I suoi autori saranno quest'oggi presenti all'incontro nell'ambito del Festival della Scienza «Innovazione, ricerca & musei. Custodire il passato per custodire il futuro» (ore 17, museo di Storia Naturale, via Brigata Liguria) insieme ad Andrea Pontremoli, amministratore delegato e presidente di IBM, e alla giornalista scientifica Silvie Coyaud, a condurre un dibattito volto alla sensibilizzazione del pubblico verso un patrimonio museale di grande valore per tutta la Scienza. Un patrimonio spesso dimenticato e poco sfruttato dai cittadini, dalle scuole e talvolta dai ricercatori stessi. In Liguria si distinguono, ad esempio, importanti giardini botanici, quali i Giardini Hanbury di Ventimiglia o il Giardino esotico Pallanca di Bordighera.

Tuttavia sono i musei del capoluogo ad avere la parte più importante: ovviamente l'Acquario di Genova, il più grande d'Europa, ma anche il museo di storia naturale «Giacomo Doria» e quello nazionale dell'Antardide «Felice Ippolito», per passare a quelli meno conosciuti e da valorizzare, quali il Museo di etnomedicina «Antonio Scarpa» in via Balbi, il solo in Europa ad essere integralmente dedicato alla raccolta e alla valorizzazione delle tradizioni mediche nel mondo. Ma, come annota la stessa guida «l'unico peccato è che una collezione così ricca sia costretta in spazi angusti e non adatti al grande pubblico».

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