Il libro Se il Tevere racconta la storia di Roma

Oggi «separato» dalla città da alti muraglioni, il Tevere, in passato, ospitava un susseguirsi di scali, magazzini, botteghe, saline, mulini e un viavai di persone impegnate a trasportare, acquistare e vendere merci. Cuore di Roma per storia e leggenda, il fiume ha cambiato profondamente aspetto nei secoli. Seguendone il corso, è possibile compiere un tour «portuale» della Capitale. Per rendere omaggio al Tevere, Editalia ha appena pubblicato il libro Porti antichi di Roma di Alberto Lombardo, che ne illustra la storia con centotrenta tra stampe - molte conservate all’Istituto Nazionale per la Grafica - dipinti e mosaici, abbinato a una riproduzione dell’acquaforte di Alessandro Specchi, datata 1704, con il progetto di restauro del Porto di Ripetta voluto da Papa Clemente XII. Il «tour» non può che partire dal Porto Tiberinus, primo porto fluviale romano, sorto nell’ansa che fronteggiava Foro Boario nel VII secolo a.C.. Già nel III secolo a.C. la struttura diventò insufficiente per le ambizioni della città, tanto che si decise di ampliarla più a valle, realizzando il porto dell’Emporio, sotto l’Aventino.
Nel medioevo le attività si spostarono sulla riva destra, la Ripa Romea, così chiamata perché all’arrivo di merci si affiancava quello dei pellegrini diretti a San Pietro, i Romei appunto. La sua presenza è testimoniata già dal IX secolo, quando Leone IV ordinò la costruzione di opere di difesa. La vita sul fiume intanto proseguiva e aumentava. A fine Seicento Innocenzo XII fece realizzare importanti ampliamenti della struttura: tra il 1692 ed il 1697 nacque così il porto di Ripa Grande. Nell’Ottocento fu eretto un faro per la navigazione notturna. Di fronte alla chiesa di San Girolamo degli Schiavoni, si trovava il porto di Ripetta, riservato a imbarcazioni «leggere», poi demolito per costruire i muraglioni ad arginare le piene del fiume.

Di porticcioli e scali, ce ne erano molti altri. Tra questi, il Porto del Papa, molo alla Spina di Borgo. La testimonianza dell’ultimo trasporto effettuato sul Tevere è al Foro Italico: l’obelisco fu portato a Roma, nel 1929, su uno speciale pontone.

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