"In cima alla mia brinca, la mia salita da sommelier"

Parla il ligure Matteo Circella, miglior sommelier italiano secondo la Guida Michelin 2021

"In cima alla mia brinca, la mia salita da sommelier"

La foto di Lido Vannucchi dice molto di Matteo Circella, incoronato giovedì 25 novembre dalla Guida Michelin 2021 il miglior sommelier d’Italia. Una faccia guascona, che metteresti nel porto di Marsiglia o in qualche strada di Istanbul. Invece è una faccia da macaia, scimmia di luce e di follia, come canta l’astigiano Paolo Conte dei liguri. Perché Circella, 30 anni, è di Ne, sulle colline che dominano Chiavari. “Non mi rendo ancora bene conto di cosa sia successo, la gente mi ferma per strada, ho il telefonino intasato di messaggi e di chiamate… una sensazione strana e bellissima!” dice ridendo Circella.

Tutto inizia un mese fa con una telefonata, giusto?

“Avevo finito il servizio al ristorante la notte tardi. Ero ancora mezzo addormentato. Arriva questa telefonata e capisco che si tratta di un premio sul vino, ma non è che avessi capito tutti i dettagli (ride)…”.

La Guida Michelin ha motivato la sua scelta perché lei rappresenta competenze forti di un mondo in evoluzione che deve superare di slancio la crisi da coronavirus. Il garbo, l’attenzione a lavorazioni biologiche e biodinamiche hanno convinto gli ispettori della “bibbia della ristorazione. Si riconosce in queste motivazioni?

“Mi fanno molto piacere! Aggiungo anche che ha pesato nella scelta finale anche la dimensione familiare della trattoria La Brinca. Mio fratello Simone è chef, io consiglio i vini in abbinamento ai suoi piatti, mio padre Sergio vigilia su tutto, lasciandoci però i nostri spazi di autonomia. Stare al passo con i tempi senza perdere l’anima dell’osteria, questo cerchiamo di fare”.

Com’è nata la passione per il calice di Bacco?

“In realtà il vino ha sempre fatto parte della mia vita, sono figlio di un ristoratore. Diciamo che il vino mi ha accompagnato anche nella vita di tutti i giorni. Per quattro anni ho vissuto a Genova per studiare economia, ma nel frattempo lavoravo come cameriere per pagarmi l’università. Un periodo in cui me la sono sbelinata, come diciamo noi liguri”.

E dopo lo “sbelinamento”?

“Nel 2016 ho partecipato al concorso per Miglior Sommelier di Liguria organizzato dall’AIS e l’ho vinto. Proprio in quell’anno ho iniziato a occuparmi seriamente di vino, trasformando la mia passione nel mio lavoro. Il nostro ristorante conta 1.400 etichette, ogni volta è una sfida per me orientarsi sempre con rapidità e precisione crescenti. La nostra è una trattoria familiare. È stato molto importante per me rapportarmi con le persone, capire il pubblico, i consumatori. E diventare un riferimento. Poi ho iniziato a viaggiare in Italia e all’estero per cercare di capirne sempre di più. Tanto da arrivare a una novità in arrivo il prossimo anno…”

Di cosa si tratta?

“Con due amici abbiamo deciso di diventare produttori, lavorando nei vigneti delle Cinque Terre. L’anno prossimo usciremo con una nostra etichetta. In questo modo capirò un altro tassello fondamentale di questa meravigliosa filiera del vino. Nello specifico il Levante ligure è stato costretto a reinventarsi, puntando tutto sui giovani che sono tornati alla viticoltura vocata. Qui significa sudore, perché noi liguri sfidiamo il mare e le montagne con una lingue di terra. Per cui dev’essere per forza qualcosa di unico. Brinca significa questo, luogo scosceso, ripido, difficile da raggiungere, ma con una vista spesso meravigliosa sul Mar Ligure”.

Come cambia il modo di comunicare il vino con la crisi da coronavirus?

“Alcune tendenze prescindono da questa crisi, secondo me. Il mercato oggi, con il commercio on line, sta facendo diventare relativo il concetto di prodotto di nicchia. Perché è difficile non trovare una tipologia. Credo sia importante per chi comunica un calice trasferire in breve tempo un territorio, una storia, un’emozione. Cioè si sposta l’asse del discorso rispetto al gusto personale, al costo della bottiglia, a questo tipo di parametri”.

Suo padre cosa le ha detto dopo la premiazione?

“Non eravamo insieme, ma sono certo che si sia commosso. Mi ricordo quando alzai la coppa di miglior sommelier della Liguria, i suoi occhi pieni di lacrime di gioia. I segreti del mestiere li devo tutti a lui”.

Soddisfazione espressa anche dal presidente nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier Antonello Maietta, spezzino, che ha manifestato anche la sua gioia per un corregionale premiato e dal presidente dei sommelier liguri Alex Molinari: “Matteo Circella è stato un corsista dell’AIS dal 2008, una famiglia di lavoratori seri e stimati che dà lustro a tutto il

nostro territorio. Sono molto felice di questo nuovo e prestigioso ambasciatore del vino ligure”. Al vincitore in omaggio anche una Mathusalem da 6 litri di Brunello di Montalcino. Con chi la stapperà Circella? Ah, saperlo…

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