Liguori samurai della musica scopre i segreti del Giappone

«Suoni & Visioni», concerto multimediale all’insegna di quattro pellicole di Kuroshawa

Franco Fayenz

Questa sera allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2, ore 21) la stagione di Suoni & Visioni presenta un concerto multimediale di singolare interesse. È di scena il pianista e compositore Gaetano Liguori in trio con Guido Mazzon alla tromba e Luis Agudo alle percussioni. Il concerto ha un titolo voluto dal protagonista: Ronin come gli antichi samurai, i guerrieri nipponici che si ritrovavano senza signore, cosa vergognosa per il Giappone dell’epoca. Un chiaro riferimento di Liguori a se stesso, ai due collaboratori, al suo recente cd per la Black Saint When We Were Kings e ai musicisti di jazz e affini che abbiano saputo evitare le tentazioni commerciali. Non si tratta di una nostra illazione: ce lo ha confermato lui.
Liguori, grazie al consenso della Fondazione Cineteca Italiana, ha unito fra loro, in una sequenza di circa 50 minuti, varie immagini di quattro celebri film realizzati da Akira Kuroshawa fra il 1950 e il 1961 (Rashomon, I sette samurai, Trono di sangue, La sfida del samurai): i tre musicisti suoneranno durante la proiezione.
«Ma non si tratta - tiene a precisare Liguori - del solito film muto sul quale il jazzista, da solo o in gruppo, inventa in concerto un commento musicale, o addirittura fa togliere la colonna sonora per sostituirla con una propria. Con i miei compagni, offro un progetto organico per il quale non a caso ho chiesto e ottenuto di intrecciare fra loro quattro pellicole di un grande autore giapponese, scegliendo zone prive di musica salvo un breve tratto, nel quale cercheremo un interplay con i suoni originali. A questo lavoro mi hanno indotto la familiarità con la cultura orientale che ho maturato nelle mie tournée e le musiche che ho scritto per il cinema, il teatro, il balletto e la radio».
Liguori, figlio d’arte (nessuno dimentica suo padre Lino, pregevole batterista del jazz italiano dei tempi difficili) è uno degli autori-esecutori fondamentali del jazz e della musica contemporanea non soltanto nazionale. Nel 1970, a Milano, alcuni critici notarono con molto interesse quel ragazzo di vent’anni, dotato di tecnica impeccabile e di forte espressività,che suonava nel Gruppo Contemporaneo riunito con grande coraggio proprio da Guido Mazzon. Era studente di pianoforte e di musica elettronica presso il Conservatorio, e fu questo il motivo dell’attenzione speciale che destò fin dai primi concerti.
Gli ascoltatori di professione più avveduti cominciavano a pensare che anche in Italia doveva finire, nel jazz, l’era dei musicisti autodidatti e istintivi, per quanto notevoli. Ma l’unico che fino a quel momento, avesse portato nel nostro jazz un autentico contributo di cultura e di preparazione ortodossa, era Giorgio Gaslini con la sua collezione di diplomi e le sue opere non soltanto di jazz.

Il giovane pianista, dunque, era in grado di raccogliere il testimone e di portarlo avanti. E così è stato.
Da allora, Liguori ha inciso una ventina fra lp e cd, ciascuno dei quali è stato motivo di discussione e di ammirazione, oltre ad aver partecipato a dischi di altri musicisti.

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