Mestre - A causa del caro gasolio ciascun trasportatore italiano ha speso nell’ultimo anno quasi 26.000 euro in più. È questo il risultato a cui è pervenuta la Cgia di Mestre che ha analizzato i costi relativi ai consumi di carburante a carico dei camionisti italiani. Cosicché, stimando che il calcolo sia avvenuto a parità di chilometri percorsi (mediamente attorno ai 200.000 Km l’anno) e con un consumo di circa tre chilometri per litro di gasolio, l’aumento del prezzo alla pompa - passato da 1,151 euro al litro nel giugno 2007 agli attuali 1,540 euro - ha eroso i portafogli di ciascun camionista italiano di circa 2.162 euro al mese per ogni autoarticolato in circolazione. Pari a quasi 25.944 euro l’anno. Questo riguarda i mezzi pesanti, ovvero quelli con un peso superiore alle 11 tonnellate a lunga percorrenza.
In ginocchio i "padroncini" "Un vero e proprio salasso - commenta Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre - che ha messo in ginocchio tantissimi padroncini italiani. Almeno 1 trasportatore su 5 rischia ormai la chiusura. Se a questa situazione si aggiunge che i committenti pagano i trasportatori con tempi medi di pagamento che oscillano tra i 240 e i 360 giorni si fa presto a capire le ragioni della dura protesta programmata per le prossime settimane. Se a ciò aggiungiamo il rincaro delle polizze assicurative lo scenario si commenta da sé".
Credito d'imposta troppo esiguo Sempre nella nota la Cgic di Mestre ricorda che "oggi gli autotrasportatori hanno la possibilità di recuperare una quota del costo del gasolio sostenuto attraverso il meccanismo della carbon tax. In pratica ogni 1.
000 litri di gasolio consumati, gli autotrasportatori hanno un credito di imposta di 12,78 euro. Un importo troppo modesto che, secondo la Cgia, assieme alle altre giuste rivendicazioni avanzate in questi giorni dalle categorie, deve essere rivisto all’insù".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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