La fortunosa caccia a Aribert Heim raccontata da Danny Baz nel libro «I vendicatori» potrebbe apparire inverosimile. Eppure c’è un caso famosissimo di un nazista catturato con un’operazione che non sfigurerebbe in un libro di James Bond. Adolf Eichmann, uno dei principali responsabili della «soluzione finale», dopo aver ottenuto un passaporto falso a nome Riccardo Klement nel giugno del 1950, salpò alla volta del Sud America. Anni dopo però il figlio di Eichmann frequentava una ragazza tedesca, a cui si era presentato col suo vero cognome e con cui si lasciò andare ad affermazioni compromettenti sul «mancato genocidio»; la ragazza informò la propria famiglia, e nel 1957 il padre, Lothar Hermannun, collegato il cognome Eichmann al criminale, informò il procuratore tedesco Fritz Bauer che passò l’informazione al Mossad. Si scoprì dunque che Adolf Eichmann si nascondeva a Buenos Aires.
Dopo un lungo periodo di preparazione, il servizio segreto israeliano organizzò, nel 1960, un’operazione che portò al rapimento e al segreto trasferimento (nel sistema giuridico argentino l’estradizione non era prevista) di Eichmann in Israele affinché venisse sottoposto a processo. Per ovviare poi al problema dell’estradizione, fu avvolto in un tappeto e caricato su un aereo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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