La locomotiva tedesca corre,ma l’Italia non arranca. Anzi. In agosto la produzione industriale è cresciuta nella Penisola del 9,5% annuo (+1,6% mensile), appena un po’ meno del +10,7% della Germania. È un secondo posto di assoluto rispetto, considerati i forti distacchi degli altri Paesi (Regno Unito +4,2, Francia +3,2, Spagna +1,4, Portogallo +0,2 e Grecia -2,1) e tenuto conto che si tratta del miglior risultato dal dicembre 1997, mese in cui cominciavano a intravvedersi le conseguenze nefaste per l’economia globale provocate dal virus dei mutui sub prime. Certo,nell’analisi della performance va tenuto conto che nell’agosto del 2009 la produzione industriale aveva accusato un crollo del 18% tendenziale, a dimostrazione di quanto la recessione mondiale avesse impattato sulla manifattura. Il recupero dei livelli pre-crisi non si è dunque ancora concretizzato e ci vorrà tempo prima di ottenere una piena compensazione, ma il dato di agosto (uno dei mesi più difficili da valutare statisticamente essendo molte fabbriche chiuse) è comunque un segnale di vitalità del nostro sistema industriale che va a incastonarsi all’interno di una ripresa non priva di zone d’ombra. Dimostra, quel +9,5%, la capacità delle nostre imprese di stare sui mercati, soprattutto nei settori di punta del sistema manifatturiero, e cioè i beni strumentali (+23%) e beni intermedi, vale a dire componenti e semilavorati (+15%). Una spia della ripresa degli investimenti a livello mondiale, è però il +35% tendenziale messo a segno da macchinari e attrezzature a fronte (e nonostante) di una caduta della produzione di autoveicoli (-20%). La riorganizzazione compiuta dalle nostre industrie per far fronte alla crisi, unità alla forte capacità di reazione di un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese, ha insomma prodotto effetti positivi, in coincidenza con il deprezzamento dell’euro iniziato a fine 2009 e terminato nel maggio scorso. I nuovi scenari valutari, con l’euro ormai attorno a quota 1,40 e protagonista di un recupero nel 2010 del 17% rispetto alla divisa Usa, e del 7% contro le altre principali valute partner, potrebbero però agire da freno nei prossimi mesi. Il Centro Studi Confindustria prevede, già a settembre, una contrazione dello 0,7% su agosto, mentre nel terzo trimestre la variazione sul secondo sarà un +1,9%. Questo dato è coerente con un aumento del Pil superiore allo 0,5%, in linea con le previsioni diffuse in Scenari Economici di settembre. Gli esperti di viale dell’Astronomia confermano che l’attività industriale ha mostrato un incremento dell’ 11,8% dai minimi e che dal marzo 2009 il ritmo di recupero è stato dello 0,6% mensile e del 7,7% annualizzato.
Un passo superiore a quanto stimato fino a oggi, anche se la distanza dal picco pre-crisi (aprile 2008) è ancora pari al 17%. Solo una caduta drammatica della domanda internazionale sembra, comunque, in grado di rovinare un bilancio 2010 al momento positivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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