Linea dura in classe Ora per i bulli c’è la bocciatura

Il ministro Gelmini: «Ai professori servono deterrenti efficaci»

da Roma

Il rispetto dell’insegnante, dei compagni e del silenzio, la buona educazione, non sono numero, non sono «7» o «8», ma faranno la differenza alla fine dell’anno. Le «valutazioni comportamentali» avranno un peso nel giudizio complessivo dello studente. Si può essere bocciati se si è maleducati. Pierini, come si chiamavano prima i più terribili guastafeste della classe, bulli, nella definizione più recente di una violenza di bambini e adolescenti che fanno paura, verranno puniti al di là dei risultati di studio.
Le nuove norme sulla condotta scolastica firmate dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini saranno discusse oggi in consiglio dei ministri per poi passare all’esame delle Camere.
È un disegno di legge di «deterrenza», di educazione alla convivenza, il ripristino di «principio», ha spiegato Gelmini in audizione alla commissione Cultura della Camera, più che un semplice ritorno aritmetico al 7 in condotta. C’è una filosofia dietro al pugno di ferro contro i ragazzi che danno fastidio a compagni e professori: l’idea di una scuola come luogo di formazione della persona in relazione con gli altri, per recuperarne «la funzione educativa - ha chiarito ancora il ministro - perché credo che la scuola debba recuperare oltre alla funzione di trasmissione dei saperi e conoscenze anche, appunto, quella educativa». Palestra di vita e quindi di rispetto, il cosiddetto saper stare al mondo senza violare i diritti degli altri.
La battaglia alla maleducazione dei ragazzi ha però bisogno di «un deterrente, perché la moral suasion», la comprensione complice, il rimprovero bonario, «non basta».
La nuova norma prevede la «non ammissione» per lo studente se la sua condotta sarà giudicata come fastidiosa, violenta, molesta, anche in presenza di risultati scolastici che non ne determinerebbero la bocciatura. Ma la decisione sarà presa collegialmente, «nei casi più gravi, dal consiglio di classe», una «garanzia» di un giudizio complessivo del corpo insegnanti: il potere di bocciatura al singolo insegnante «è stato volutamente tolto per paura di un uso distorto».
La nuova norma sarà in linea, si fa notare dal ministero, con lo Statuto dello studente. E vuole essere anche una legge che tutela invece i ragazzi che subiscono i compagni aggressivi: dare importanza alla condotta si impone perché si «stanno moltiplicando gli episodi di maleducazione nelle scuole e di bullismo».
Ma non c’è solo punizione: «Dobbiamo indagare le ragioni del disagio giovanile - ha chiarito il ministro Gelmini - cercare di capire, ma gli insegnanti vanno muniti di qualche deterrente». Strumenti che riguarderanno pochi alunni: «La maggior parte hanno un comportamento corretto», ed è «giusto premiarli».


Uno dei prossimi obiettivi sarà ora l’aumento degli investimenti per la valutazione degli insegnanti, anche attraverso finanziamenti europei. La severità non deve andare a senso unico contro gli studenti: «È uno scandalo che l’Italia non investa adeguate risorse sulla valutazione».

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