«L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ci ha dato rassicurazioni sull’impegno di mantenere gli stabilimenti in Italia». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, nel corso di una conferenza stampa al termine del tavolo sull’auto. «Con gli incentivi al settore - ha aggiunto - la cassa integrazione si è ridotta, ma la situazione dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco è ancora preoccupante. Noi affronteremo anche con il Lingotto il problema, ma apprezziamo l’impegno del gruppo di mantenere la produzione delle fabbriche del Paese». Il ministro ha riferito di aver parlato con Marchionne per avere notizie sull’andamento della trattativa con Chrysler. L’ad, infatti, è partito l’altra sera da Torino per Detroit, dove ha raggiunto il manager Alfredo Altavilla, poche ore dopo lo «show» del presidente di Chrysler, Jim Press, che si è presentato all’Auto Show di New York a bordo di una Fiat 500 (la compatta italiana, tra l’altro, si è fregiata negli Usa del «World Car Design of the year). Marchionne, rientrato solo nello scorso fine settimana da una serie di riunioni in America, potrebbe essere stato convocato a Washington dalla task force del governo (il 30 aprile scadono i termini posti dalla Casa Bianca per la concessione o meno di altri 6 miliardi di dollari a Chrysler).
Lo stesso ad dovrebbe incontrare anche i vertici del sindacato Uaw allo scopo di raggiungere un accordo sugli obblighi nei confronti del fondo designato al pagamento dei costi sanitari. Intanto, un gruppo di attivisti Usa sta invitando a boicottare la banca JpMorgan, il maggiore titolare del debito Chrysler, orientata a privilegiare la bancarotta per la casa così da tutelare meglio i propri interessi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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