Il linguaggio infantile? Una magica fabulazione

Veronesi al festival Letterature con un testo dedicato all’emancipazione dei più piccoli dal linguaggio del corpo Sul palco anche lo scrittore americano Richard Ford

Francesca Scapinelli

L’espressione del viso, il pianto, il sorriso, i tanti modi con cui un bambino, seppure infante, «parla»: quanto di più naturale. Per questo Sandro Veronesi - in odor di Premio Strega con Caos calmo (Bompiani) assieme a Rossana Rossanda - ha interpretato il tema del festival Letterature con Addio bambino Francesco, il racconto inedito che proporrà questa sera alla Basilica di Massenzio. «Si tratta di una lettera - spiega lo scrittore toscano - che affronta appunto la perdita del linguaggio del corpo, quello stato di grazia in cui il bambino comunica senza bisogno di parlare. È un qualcosa di speciale, che ogni genitore conosce e che se ne va con la prima infanzia, per non tornare più».
Come ospite straniero, Massenzio vedrà non a caso l’americano Richard Ford, di cui Veronesi è stato attento estimatore fin dagli inizi, complici le «dritte» letterarie di Enzo Siciliano. «Nel 1988 il mio primo compito, alla rivista “Nuovi argomenti”, riguardava un suo racconto, The children». E sul finale di questa novella (bambini che ne salvano altri) l’autore della Forza del passato riflette ancora, incuriosito com’è dal mondo dell’infanzia e da quanto i più piccoli riescano a esprimere (come il bimbo down del suo ultimo romanzo, capace di «comunicare veramente» attraverso l’antifurto di un automobile). Per Ford, invece, alla relazione «naturale artificiale» si può arrivare anche attraverso gli edifici: «Leggerò un passo del mio ultimo romanzo (di prossima pubblicazione, ndr), un libro che ritengo divertente, ambientato nell’America di fine Novecento: lì suggerisco che il comprare e vendere case, in fondo, è una rappresentazione della nostra vita interiore».
A introdurre lo scrittore americano sarà Isabella Ferrari, che ha scelto alcune pagine del Giorno dell’Indipendenza, considerato il capolavoro fordiano. «Leggerò la parte che riguarda la conversazione tra un uomo e una donna - racconta l’attrice -. Entrambi sentono il rapporto che li lega come un po’ congestionato». Perché abbinare due autori di diversa formazione e provenienti da contesti tra cui si stende pur sempre un oceano? Li unisce una incondizionata fede nella narrazione, nell’arte del raccontare storie a prescindere dall’impegno e dall’ideologia. La fede in quel gesto, commenta Veronesi, che «nessun evento storico-politico può cancellare», e la cui «destinazione finale», concordano i due autori, «è la mente del lettore».
«Si scrive perché si è lettori e perché si pensa di poter far piacere ad altri», osserva Ford.

«Vale allo stesso modo per la poesia, la musica: si scrive, si compone perché altri possano trarne beneficio. Il romanzo non è affatto morto».
La parte musicale è affidata all’esperienza di Rocco de Rosa.
Basilica di Massenzio, via dei Fori Imperiali, ore 21. Ingresso libero. Informazioni: 06.39967850.

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