"Linus", in mostra a Brera sessant'anni di strisce

Si festeggiano anche i 50 di Pimpa e di Cipputi. Il padre Altan: "Sono milanesi, lui l'ho visto in tram"

"Linus", in mostra a Brera sessant'anni di strisce
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Così parlò Umberto Eco: «Oggi stiamo discutendo di una cosa che riteniamo importante e seria, anche se apparentemente frivola: i fumetti di Charlie Brown». E Elio Vittorini: «Bisognerebbe prima stabilire a che tipo di letteratura appartiene Schulz... Io lo avvicinerei a Salinger, però con un interesse molto più ampio e secondo me molto più profondo». Ancora Oreste del Buono, a lungo direttore del mensile di strisce (ma non solo) «Linus», di cui si celebra il sessantesimo compleanno a Brera: «A un certo punto è avvenuta una specie di rivelazione: ho scoperto che i fumetti di Charlie Brown sono assolutamente realistici. È avvenuta addirittura un'identificazione: Charlie Brown sono io». È l'aprile del 1965 e siamo dentro il primo numero di «Linus», che a sua volta è la prima antologia di strisce al mondo.

Si possono scoprire queste e altre cose andando a visitare la piccola ma suggestiva mostra allestita nel cortile d'onore di Brera «Buon compleanno Linus. 1965- 2025: 60 anni di fumetto d'autore a Milano. Con un omaggio ad Altan», presentata nell'ambito della Milanesiana da Elisabetta Sgarbi (che della rivista è editrice con la sua La nave di Teseo) con il direttore editoriale Igort (nome di battesimo Igor Tuveri) e il già citato Francesco Tullio Altan, che festeggia anche i cinquant'anni della Pimpa e di Cipputi, due dei suoi personaggi più noti e amati (senza voler nulla togliere a Trino, Gordo o Cristoforo Colombo). Settecentoventuno copertine originali in fila con la loro battuta folgorante che fino al 9 settembre rimarranno esposte. Tutte molto fotografate.

«I fumetti non sono solo un linguaggio popolare, ma un genere letterario» dice Altan, che regala molte chicche sulla nascita della sua letteratura. «Leggevo "Capitan Miki" e "Il Piccolo Sceriffo" di contrabbando - racconta - perché a casa mia era proibito leggere storie a fumetti, dal momento che mio padre le considerava diseducative». Una battuta anche sulla prima volta in cui ha letto «Linus»: «Ero studente a Venezia e ho scoperto tanti autori che non conoscevo, incluso il mio personaggio preferito, che era "Crazy cat". Poi nel 1973 ho portato le strisce a Del Buono che le ha subito pubblicate». Tra le prime vignette un signore che è seduto con Dio come subalterno: «Mi faccia la creazione del mondo». E Dio: «Oggi?». Da lì è iniziata la lunga collaborazione con «Linus» che, come ha raccontato Igort, adesso vende più in libreria che nelle edicole, probabilmente anche grazie alla carta firmata e pregiata su cui è stampato.

I festeggiati Pimpa e Cipputi sono nati entrambi a Milano, come racconta Altan. Benché Cipputi sia un operaio della Fiat, «è sicuramente milanese, l'ho visto in tram». Quanto alla Pimpa, il nome nasce dalla storpiatura della parola «bimba» di un'amica della figlia con tata tedesca: «Durante un viaggio a Milano, quando mia figlia aveva due anni, è venuta fuori questa cagnolina, ma non pensavo a una pubblicazione». Ne è nato uno dei suoi più grandi successi.

«Linus» è stato ed è anche molto altro, da Popeye di Segar a Valentina di Crepax, Corto Maltese di Hugo Pratt, Mafalda di Quino e, in anni più recenti, Dylan Dog di Tiziano Sclavi e Zerocalcare. Ma anche numeri monotematici confinanti con il fumetto, da Battiato a Miyazaki fino alla grande avventura di Kentaro Miura. «I manga sono il nuovo esperanto» chiosa Igort.

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