Lippi non è ancora un ex ma la Signora l’ha già tradito

Adesso è ufficiale: Marcello Lippi lascerà il club Italia alla fine del mondiale in Sudafrica. A prescindere, per fare il verso a Totò, dall’esito della spedizione azzurra con il fregio di campione del mondo in carica. L’annuncio è arrivato ieri mattina, scolpito da una frase semplicissima dell’interessato: «Il mio futuro? Il presidente Abete sa già cosa farò dopo i mondiali. Con lui ho un rapporto di grande stima e rispetto». È ufficiale anche il destino dell’attuale ct viareggino (che dal 3 al 5 maggio radunerà gli azzurri per uno stage di preparazione): sarà ancora e sempre sulla panchina, a dispetto di un precedente proposito più volte sbandierato («niente più panchina, non allenerò un altro club»). La seconda frase di un certo pregio giornalistico di Lippi consente infatti di definire meglio il panorama perché arricchita da un inedito desiderio: «Non escludo l’ipotesi di allenare un’altra nazionale». E questa nuova rotta scelta dall’uomo che ama la sua barca e il mare, ha un risvolto fondamentale legato all’assetto futuro della Juventus.
Molti di noi hanno infatti accoppiato Lippi alla prossima Juve con incarichi dirigenziali più che tecnici, addirittura se ne parlò come del prossimo presidente, successore di Blanc, destinato a ritagliarsi una funzione meno esposta ai venti della critica. Lippi è fuori dall’Italia dal prossimo 1° settembre ma è sul mercato per eventuali nazionali a caccia di nuovi Ct dopo la rassegna del Sudafrica. A questo punto la caccia al prossimo ct dell’Italia è aperta, con alcune avvertenze che ne modificano lo scenario. Cesare Prandelli era il primo degli iscritti nella lista sul tavolo di Abete, deciso a muoversi a una condizione: nessun allenatore sarebbe stato strappato al club, tanto meno alla Fiorentina dei fratelli Della Valle. Ora proprio Diego ha fatto sapere ai giornalisti fiorentini che Prandelli (notizia attribuita all’amico Luca di Montezemolo) è in parola con la Juventus e con Bettega per la prossima stagione. Anche in federazione, all’improvviso, sulla candidatura Prandelli è sceso il gelo. Abete e il suo dg Valentini dovranno ripubblicare il bando. Claudio Ranieri, indicato come alternativa al tecnico bresciano, è nel cuore della Roma e dei suoi tifosi: Giancarlo Abete non ha voglia di mettere fine all’idillio, specie poi se si dovesse concludere con una inattesa conquista dello scudetto. «A maggio conoscerete l’identità del successore di Lippi» la promessa di Abete. Maggio è dietro l’angolo e se in via Allegri non è scattato l’allarme è segno che sono convinti di riuscire ancora a dirottare Prandelli da Torino a Coverciano oppure dispongono di un asso nella manica (non Zola).
E quindi? E quindi si ricomincia. Anche perché, con l’uscita di Lippi da Coverciano, la federcalcio ha in mente di rimettere mano sulle leve di comando, finora a disposizione del viareggino. Il piano è quello realizzato dal Milan: tecnici e medici di fiducia del club, il tecnico o il ct si presenta da solo o al massimo con un collaboratore dal collaudato feeling.
Nel giorno di Lippi, anche un vecchio amico del calcio italiano, Sven Goran Eriksson è salito al volo sul bus che porterà la Costa d’Avorio al mondiale, in qualità di ct. L’annuncio, pensate, è stato dato in forma anonima da uno speaker del canale di Stato che ha letto una nota della federcalcio. Eriksson è la seconda scelta: l’uomo dei sogni era Guus Hiddink, prenotato dalla Turchia. Allo svedese è stato fatto un contratto di pochi mesi: deve guidare la nazionale di Drogba al mondiale e basta.

Aveva provato col Messico: l’hanno licenziato giusto in tempo. Si è riciclato al Notts County, quarta serie inglese, ma anche qui fine ingloriosa del rapporto. Ma si sa: Sven Goran ha una fama unica da perdente di successo.

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