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Lippi rilancia il cantiere Italia: «Grandi pure noi»

«I ragazzi valgono quelli delle migliori nazionali. Del Piero? Non mi faccio influenzare dalla Juve. Totti leader? No, grande giocatore»

Marcello Di Dio

nostro inviato a Firenze

Gattuso palleggia a piedi nudi con Del Piero sotto gli occhi di Vieri, il primo ad arrivare in campo e l’ultimo ad uscirne. Totti dimostra un’ottima condizione psicofisica e nei momenti di relax scherza con l’amico-avversario Peruzzi. Nel cantiere azzurro di Marcello Lippi, che ritiene la sua Italia tecnicamente alla pari delle grandi del calcio mondiale, si lavora con serenità, tra ritorni e assenze eccellenti. Ieri è iniziata la settimana che condurrà l’Italia alla doppia sfida contro Scozia e Bielorussia, snodo decisivo per la qualificazione al Mondiale.
Lippi, anche stavolta non c’è Cassano...
«Ora le domande sul barese dovete farle a Capello e a Spalletti... il loro siparietto a Coverciano l’ho trovato simpatico. Io vorrei parlare di quelli che ci sono, ho già detto più volte che quando avrà risolto i suoi problemi, Cassano tornerà. Tra un mese magari sarà successo qualcosa e non lo dico perché so quel che succedera, ma perché c’è la scadenza di domani (oggi, ultimo giorno di mercato, ndr)».
Spalletti e Capello hanno parlato anche di Del Piero. E lo juventino a Coverciano c’è, nonostante domenica sia rimasto in panchina.
«Un conto è giocare poco, un conto è non giocare per niente. Del Piero per me è in ottime condizioni di forma. Non mi lascio influenzare da quel che gli succede con la Juve. La Samp è una squadra, il Milan una squadra, la Fiorentina una squadra, e l’Italia un’altra squadra ancora: ognuna ha le sue caratteristiche... Del Piero a sinistra l’ho fatto giocare senza pensarci più di tanto: l’ho schierato per un anno intero così, in bianconero».
In assenza di Buffon, ha promosso titolare Peruzzi.
«Ho allenato sia lui sia Gigi. Negli ultimi 15 anni sono loro i portieri più forti del mondo. L’età di Angelo non conta, lui è un grande, ha carisma e personalità. E non è vero che ha chiesto di sapere se era il numero uno, due o tre».
Rispetto all’Eire, ritroverà Totti.
«Sta facendo belle cose, vivrà una stagione di serenità e di tante altre ambizioni, prima del mondiale. Leader? Lui è un giocatore importante per questa nazionale. Quando penso all’Italia del mondiale, una volta qualificata, lui c’è. E ci sarà anche a Glasgow...».
A proposito di Glasgow, ha già in mente chi giocherà in Scozia?
«Gli scozzesi sono cresciuti molto in questi ultimi mesi grazie al nuovo allenatore Smith. Noi proporremo un modulo non molto diverso da quello di Dublino (in pratica il tridente d’attacco con Totti al posto di Del Piero al fianco di Vieri e Gilardino, ndr). E visto che siamo a inizio stagione, e abbiamo due partite in quattro giorni, tra la prima e la seconda sfida applicherò il turn-over. Scontato che tra Glasgow e Minsk due vittorie sarebbero l’ideale per ottenere il pass per i mondiali, voglio un’Italia che non aspetti di vedere quello che l’avversario ci fa fare, ma imponga il suo gioco per vincere. Insomma, mi aspetto che venga confermata la crescita di gioco e di approccio mostrata in Irlanda. Certo, non sarebbe male se tutto rimanesse così com’è nella classifica del girone (ovvero il +4 sulle seconde, ndr)».
Ma dopo un anno di lavoro, quest’Italia come la giudica?
«Come valori tecnici, i giocatori a disposizione non sono inferiori a quelli delle migliori nazionali. Anzi, dico che li valgono. Non mi lamento neanche di quei ruoli dove altri vedono carenza di ricambi, tipo il terzino destro. Ripeto, i valori ci sono: se tutti si sentono parte di questo progetto, ne facciamo una squadra.

È questa la fase decisiva del nostro ciclo, qualificazione a parte».

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