Lisbona sotto tiro. E l’euro va ai minimi

L’influenza greca continua a propagarsi per l’Europa, e dopo la Spagna è toccato ieri al Portogallo subirne le conseguenze. È bastato che l’agenzia di rating Moody’s annunciasse che il debito portoghese è finito «sotto osservazione» per un possibile declassamento, per far crescere gli spread sui titoli pubblici lusitani a 295 punti base rispetto al Bund tedesco: un’asta di titoli a breve è stata collocata al tasso del 2,955% contro lo 0,6% dello scorso gennaio. Gli investitori si sono letteralmente gettati sui titoli tedeschi, che hanno così raggiunto rendimenti talmente bassi da essere «ridicoli», commentano alcuni operatori.
Sempre elevatissimi i differenziali a scapito dei titoli spagnoli e greci; in ulteriore ribasso l’euro, che è stato trattato sotto gli 1,29 dollari (1,2865 sui mercati europei); e sempre in difficoltà le Borse europee. Londra ha ceduto l’1,28%, Parigi l’1,44%, Francoforte lo 0,81%. Perdite ampie nei mercati azionari dei Paesi sotto tiro: Atene -3,9%, Madrid -2,77%, Lisbona -1,52%. Male anche Milano, con con un -1,27%.
Non hanno aiutato le parole di Axel Weber, governatore della Banca centrale tedesca, che per giustificare gli aiuti della Germania alla Grecia ha parlato di «rischio di grave contagio per gli altri Stati membri dell’Unione monetaria, e di un crescente effetto negativo sui mercati». D’altro tenore le parole di Angela Merkel: il piano di salvataggio da 110 miliardi, ha detto, «aiuta l’intera Eurozona: è in gioco il futuro dell’Europa».
L’euro ha continuato a indebolirsi rispetto a tutte le principali monete, chiudendo sui mercati europei a 1,2865 dollari. È il livello più basso degli ultimi 14 mesi. Dall’inizio dell’anno, la moneta europea ha perso circa il 7% su quella americana (un dato che alcuni economisti invitano a non sopravvalutare, ricordando che nel 2002 il cambio è stato di 90 centesimi di dollaro per euro).
Le autorità europee sono tutte scese in campo nel tentativo di contrastare, anche se solo con le parole, l’ondata speculativa. Il presidente della commissione Ue, Manuel Barroso, ha preso di mira le agenzie di rating, definendo «carente» il loro lavoro e accusandole di aver contribuito a peggiorare i mercati con le loro valutazioni. Si tratta, del resto, delle stesse agenzie che avevano concesso la «tripla A», il voto massimo, ai titoli tossici americani. L’Ue discute la possibilità di creare un’agenzia di rating europea, un’eventualità che potrebbe rivelarsi disastrosa per i ricchi bilanci di Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch.
In queste ore i Paesi dell’Eurogruppo stanno varando i provvedimenti di legge per consentire che gli aiuti finanziari promessi ad Atene (la tranche 2010 è di 30 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 15 miliardi del Fmi) arrivino prima della delicata scadenza di metà maggio, quando la Grecia dovrà rinnovare titoli in scadenza per quasi 9 miliardi di euro. Entro domani dovrebbe giungere il «sì» del Bundestag, e il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge italiano «per la salvaguardia dell’area dell’euro». Oggi, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, riferirà sulla crisi greca in Parlamento. Domani a Bruxelles i capi di Stato e di governo dei 16 Paesi dell’Eurozona ratificheranno l’accordo raggiunto domenica scorsa all’Eurogruppo.


«Confermeremo il nostro appoggio al rafforzamento dell’euro e al sostegno al Patto di stabilità», dice il premier spagnolo José Luis Zapatero. Si discuterà anche di un possibile rafforzamento delle regole di bilancio previste nel Patto.

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