Gianandrea Zagato
Lultimo a declinare la candidatura è stato Marco Marsili. «Gentilmente e fermamente ho respinto lofferta di entrare nella lista civica» dice il presidente dellassociazione Innovazione. Ennesimo «no» registrato da Bruno Ferrante, che continua però a sostenere il valore aggiunto apportato dalla sua lista civica alla coalizione del centrosinistra.
E mentre laspirante sindaco dellUnione «constata che a Milano sono fioriti decine di comitati spontanei», i suoi supporter perdono la pazienza: «Sconsigliamo allex prefetto di dedicarsi troppo alla sua lista, forse dovrebbe pensare a diventare il sindaco di tutti». Avvertenza firmata dalla Rosa nel Pugno, che per le comunali sta mettendo «in lista la società civile, non nascondendola dietro generiche liste civiche». Segue lelenchino dei nomi e cognomi della «Milano civile, laica e liberale»: Alberto Abruzzese e Oriella Dorella, Giulio Giorello e Fiorenzo Grassi ma pure Guido Martinotti, Ferruccio Soleri e Nanni Svampa. Come dire: intellettuali, ricercatori, attori, scrittori e medici che «si assumono un impegno politico concreto» spiega Roberto Biscardini. «Impegno» aggiunge il senatore dello Sdi e promotore della Rosa nel pugno in salsa ambrosiana che si traduce anche «in un programma elettorale da scrivere dopo il voto del 9 e 10 aprile».
Assunzione piena di responsabilità che spinge dunque la Rosa nel pugno a pretendere da Ferrante una spiega su «qual è il contenuto della sua lista» aggiunge Biscardini: «Non ho ancora compreso qual è il contenuto della lista di Ferrante, ma se pensa che la Rosa nel pugno sia un vetero-partito e solo la sua lista coinvolga la società civile, qualche problema si crea». Tensione che al 25 di via Turati, quartier generale dellex inquilino della prefettura, si preferisce definire «fisiologica» riaffermando «la coesione fondamentale per lobiettivo che è vincere». Annotazione davvero singolare: manca il programma, si «elaborano» proposte «personali» di Ferrante e già sassegnano assessorati come quello allImmigrazione e alla Coesione sociale.
Caravanserraglio senza capo né coda, che continua a non offrire soluzioni né a Dario Fo - che mette in piedi una sua lista - né a Milly Moratti e Davide Corritore, gli altri due competitor alle primarie dellUnione, pronti a sostenere Fo piuttosto che restare vittime della strategia di Ferrante. «Strategia» che non si cambia: «Ferrante deve andare avanti per la sua strada, senza cambiare strategie» fa sapere Pierfrancesco Majorino.
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