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La lista della spesa Leo: «Datemi un bomber e anche un difensore»

nostro inviato a Baltimora

Ci sono due Milan negli Stati Uniti. C'è un Milan che - orfano di Ancelotti, Maldini e Kakà - si è stretto attorno alla figura di Leonardo e migliora le proprie prestazioni di gara in gara. Poi c’è il Milan che Leonardo ha in mente e sta progettando da mesi, una squadra votata all’attacco, con una manovra fluida e veloce. A poche ore dal derby di questa notte (si gioca questa sera a Foxborough alle 17 statunitensi, le 23 italiane) i due Milan non sono poi così distanti. Lo scarto è rappresentato da due rinforzi: un difensore e un attaccante.
La sfida nella sfida contro il Chelsea di Carlo Ancelotti ha evidenziato un Milan in costante crescita atletica e di gioco, ma anche grossi punti interrogativi nelle zone determinanti per le soluzioni tattiche che Leonardo ha in mente. Il brasiliano sogna un Milan che sfrutti maggiormente le corsie laterali e un possente uomo d’area capace di catalizzare su di sé ogni pallone. Finora la campagna acquisti del Milan non ha ancora portato a Milanello quello che Leonardo vorrebbe. Per questo dopo la prima sconfitta con il Club America, aveva iniziato a solleticare la dirigenza rossonera: «dopo la partenza di Kakà non ci siamo rinforzati». Per questo, dopo la seconda sconfitta consecutiva nel World Football Challenge, è passato all’attacco: «Con due ritocchi possiamo dire la nostra». L’identikit dei due calciatori è presto fatto, più complicato dare loro un nome e un volto. Andrè Santos, finito al Fenerbahce, avrebbe fatto comodo sulla fascia sinistra: una buona alternativa è Gareth Bale (Tottenham). Così come Dzeko, Luis Fabiano, Trezeguet o la sorpresa Bendtner (Arsenal) per rinforzare il reparto offensivo. Ma non è neppure un segreto che tra i nuovi obiettivi stagionali del Milan figuri anche il “pareggio di bilancio”, e quindi bisognerà attendere finché non salteranno fuori nuove operazioni sul modello Onyewu, arrivato a parametro zero con un ingaggio inferiore al milione di euro. Tutto, allora, girerà attorno al fiuto degli uomini di mercato milanisti: lo statunitense non sembra per nulla un cattivo acquisto: aggiunge centimetri e forza alla difesa e sui palloni alti ha già dimostrato di poter dire la sua (contro il Chelsea ha persino sfiorato la rete di testa).
E comunque, la situazione non è delle migliori. Pur giocando discretamente bene, il Milan continua a finalizzare meno rispetto a quanto creato. Vuoi la sfortuna (in due partite i rossoneri hanno colpito quattro legni), vuoi la cattiva forma di alcuni uomini chiave, ma perdere non fa mai piacere a nessuno: anche Leonardo se ne è accorto, presentandosi ai taccuini dei cronisti con un desolato «abbiamo perso anche questa…». Poi parla di Pirlo: «Spero non vada al Chelsea, non credo accada nulla» e del suo nuovo ruolo: «Ho perso la voce: non sono abituato a vestire i panni dell’allenatore. C’era una bella atmosfera, giocare contro Carlo è sempre speciale visto che siamo ottimi amici. È stato emozionante».
Intanto stasera si gioca il primo derby della stagione. Anche se si tratta di un’amichevole, Leonardo inizia a mandare già qualche frecciatina e a mettere - a ragione - le mani avanti. Questo pomeriggio il Milan arriverà al Gillette Stadium dopo un tour de force di cinque giorni: mercoledì ha giocato ad Atlanta, venerdì a Baltimora, oggi sarà a Boston.

«Niente a che vedere con l'Inter che ha fatto l'ultima partita martedì scorso», l'appunto di Leonardo, che - dopo l'infortunio di Seedorf contro il Chelsea, per lui si sospetta un leggero stiramento del collaterale del ginocchio destro - deve giustamente pensare anche ad un turn-over equilibrato per non dissipare in partite non ufficiali tutta la benzina accumulata nei giorni precedenti.

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