«Le liste civiche non devono fare politica»

«La Gasco è una bella ragazza, ma qui non si cercano Miss né Abbundi»

«Le liste civiche non devono fare politica»

Paola Setti

Dice che «queste sono forzature locali, ma la politica è un’altra cosa». Se gli domandi di Roberta Gasco fa anche spallucce e ripete: «La politica è un’altra cosa». Epperò Rosario Monteleone, consigliere regionale e segretario ligure della Margherita ieri s’è infuriato. L’Udeur che in Regione decide di far gruppo unico con Gente di Liguria, la lista civica di Claudio Burlando, perché vuole ricreare il grande centro. «Ma davvero hanno fatto addirittura una conferenza stampa?».
Davvero e addirittura.
«Ma il grande centro non si fa con una lista civica».
Loro ci provano.
«E poi lo scenario nazionale è diverso: se a settembre tramonterà la lista unica con i partiti del centrosinistra la Margherita farà l’alleanza con l’Udeur. Queste sono forzature locali inopportune».
Le liste civiche non le sono mai piaciute.
«Lo dissi subito, in campagna elettorale: le liste civiche vanno bene a livello locale, in Comune, in circoscrizione, ma la politica è un’altra cosa».
Lo disse subito, non la ascoltarono e lei cedette.
«Sembrava che la lista Gente di Liguria per Claudio Burlando potesse portare un valore aggiunto. Invece ha solo sottratto voti alla lista unica e alla Margherita, visto che il 60 per cento dei loro voti erano di nostri candidati».
E adesso vi soffiano l’Udeur.
«I rapporti politici non si costruiscono così. Chi agisce in questo modo immagina scenari politici non percorribili. La Gasco poi è entrata in Regione con il listino, bene avrebbe fatto a restare nel gruppo Misto».
Teme che vogliano indebolire la Margherita?
«Se è questa l’operazione non mi pare un nobile motivo, e comunque non ci riusciranno. Anzi: la Margherita è viva e presente e questo sarà uno stimolo in più per rafforzarla».
O magari sono i Ds, che temevano un vostro rafforzamento numerico in aula?
«Non credo che i Ds abbiano di queste paturnie»
Adesso che succede?
«Se è in atto un tentativo di ridimensionare la Margherita, è chiaro che risponderemo esercitando il nostro diritto all’autotutela».
Quindi?
«Vedremo. Tanto per cominciare però, è bene che le liste civiche restino un fenomeno locale. Gente di Liguria abbiamo contribuito tutti a portarla avanti. Ma non mi pare che sia un movimento che può aspirare a velleità nazionali»
La verità è che la Gasco la stava corteggiando anche la Margherita.
«La Gasco è una bella ragazza, ma non c’è niente di politico in questo. E io non ho mai corteggiato né lei, né Abbundo né altri».
Monteleone non ha corteggiato nessuno, la Margherita sì, però.
«Nessun documento in alcuna segreteria di partito ha ipotizzato o approvato avvicinamenti».
E allora ci dev’essere qualcuno che lo ha fatto di nascosto
«Cercare proseliti è lecito, ma sia chiaro che chi entra nella Margherita lo fa perché sposa un progetto politico e un programma, non certo per fare un pezzo di strada di convenienza. Non si entra per vie traverse»
Monteleone, i Ds non le paiono troppo a sinistra per fare il grande centro?
«Mi pare che la Margherita, soprattutto negli ultimi mesi, abbia dimostrato che non soffre di sudditanza nei confronti dei Ds, rimarcando la propria autonomia. Noi lavoriamo per attrarre quell’elettorato di centro che aveva dato la sua fiducia al centrodestra e che adesso, deluso dal mancato rispetto degli impegni e dalla situazione nazionale e internazionale, vede nel centrosinistra e nella Margherita un punto di riferimento per i valori cattolici»
Peccato che nel centrosinistra non ci sia solo la Margherita, ma anche i Ds e soprattutto Rifondazione comunista. Chiamali centristi.
«Anche il centrodestra ha la Lega Nord. È il bipolarismo che ci costringe a queste alleanze, io personalmente sono contrario».
L’elettorato di centro capirà.
«Dobbiamo cercare ciò che ci unisce, non ciò che ci divide».
Epperò la gente lo sa già, cos’è che vi divide. Ha visto che Fausto Bertinotti appoggia la disobbedienza civile?
«Starà a noi lavorare perché certe cose non trovino spazio. Le alleanze vanno costruite sui programmi, non si può egemonizzare la scena politica».
In teoria. In pratica i Ds in Liguria hanno appena vinto la partita delle nomine sulla Sanità
«Noi non abbiamo un rapporto conflittuale con i Ds».
Voi avete chiesto il ricambio di tutti i vertici, loro hanno riconfermato Gaetano Cosenza al San Martino.


«Avevamo chiesto u segnale politico di cambiamento. Non credo che la riconferma di Cosenza possa smentire la nostra posizione»
Hanno vinto.
«Ma noi ci riteniamo parzialmente soddisfatti che la nostra richiesta sia stata presa nella giusta considerazione».

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