Liste d’attesa, disatteso ogni impegno

Giacomo Legame

La spasmodica ricerca di nuove entrate - con gli aumenti di Irap e Irpef già decisi - per cercare di arginare il catastrofico deficit della sanità, sta facendo passare in secondo piano altre inadempienze della giunta Marrazzo che finiranno per ritorcersi, come al solito, sui cittadini. A parte i tagli e i risparmi che si ripercuoteranno sui livelli di assistenza e sull’erogazione delle prestazioni, il centrosinistra nel Lazio ha quasi completamente dimenticato un impegno sottoscritto tra Stato e Regioni in occasione dell’ultima legge finanziaria: quello riguardante le liste di attesa. In base all’accordo Stato-Regioni, queste ultime dovevano individuare (alcune lo hanno già fatto; altre, tra cui il Lazio, ancora no) un elenco di cento prestazioni (tra visite specialistiche, esami e test di laboratorio) per le quali si doveva stabilire un tempo massimo di attesa, trascorso il quale, dal 1° luglio scorso, il paziente avrebbe diritto di rivolgersi a una struttura convenzionata, ottenendo il rimborso dalla Regione.
Sulla questione è intervenuto ieri il Coordinamento diritti dei cittadini. «La Regione Lazio sta cercando, con bugie, sotterfugi e mezze verità - sostiene il Codici - di disattendere l’intesa Stato-Regioni, finalizzata all’abbattimento delle liste d’attesa, secondo il quale determinate prestazioni, ritenute d’urgenza (quantificate in un numero pari a 50), avrebbero dovuto necessariamente essere elargite entro e non oltre sessanta giorni dalla richiesta da parte del cittadino». In un comunicato il Codici riferisce che ieri si è riunita per la seconda volta la Commissione regionale sulle liste, «cercando (in apparenza) soluzioni adatte a garantire tale limite, prescritto dalle direttive del Governo». Alessandra Coppola, referente del Codici in Commissione ha detto che nella riunione c’è stata una «totale noncuranza dei presenti alla reale necessità di alleggerire le liste d’attesa», e che la soluzione proposta «è quella dell’eliminazione in quella lista di alcune prestazioni al fine di garantire la tempistica prestabilita per le altre». L’esponente dell’associazione ha detto: «Anche sui tempi di attesa che dovrebbero essere resi pubblici c’è il pesante rischio che vengano manipolati ed edulcorati. Non è così che si affrontano i mali dei cittadini. La sanità nel Lazio è gravemente malata, bisogna prenderne atto e cominciare un lavoro di ricostruzione».


Il segretario nazionale del Codici Ivano Giacomelli ha tuonato: «Se la Regione non si adopererà seriamente sul come abbattere le liste d attesa, non indugeremo nel chiedere l’intervento del ministro della Sanità e smascherare gli infidi escamotages con i quali si vorrebbero disattendere gli impegni presi. Ridurre i tempi di attesa è un dovere verso i cittadini. Non ci sono altre priorità».

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