Liste troppo «impopolari», è bufera nel Pd

Escono le liste dei candidati nel Lazio alle prossime elezioni politiche e scoppia il malumore della componente popolare della Margherita. Mal di pancia che, secondo voci di corridoio, metterebbero addirittura in discussione l’appoggio alla candidatura di Nicola Zingaretti, di provenienza diessina, alla presidenza della Provincia di Roma. Sotto accusa in particolare le liste nella circoscrizione Lazio 2, quella delle province: i Dl sarebbero rappresentati solo dall’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni (capolista a Viterbo e seguito da Ugo Sposetti), mentre nelle altre zone dovrebbero essere eletti quattro ex diessini: Sesa Amici (Latina), Francesco De Angelis (Frosinone), Pietro Tidei e Renzo Carella (hinterland di Roma).
«Vengono largamente disattesi - spiega una nota diffusa al termine di un incontro dal senatore del Pd Giorgio Pasetto e da altri esponenti dell’ex Margherita - i risultati delle consultazioni dei territori, e quindi le candidature avanzate dai circoli e dai livelli provinciali. Intere province del Lazio vengono private di candidature realmente eleggibili, con la mortificazione del contributo degli amministratori locali e delle energie dei territori, oltre a quella del pluralismo e delle esperienze emerse con le primarie».
E rivedere la composizione delle liste del Pd nella nostra regione è la richiesta anche di Silvia Costa, assessore regionale all’Istruzione, diritto allo studio e formazione della Regione Lazio di Silvia Costa: «Ho ritenuto doveroso non avanzare la mia candidatura per le elezioni politiche - spiega Costa - ma garantire una continuità di impegno in Regione Lazio su un fronte centrale dell’amministrazione e sul quale, superata la situazione emergenziale che ho trovato, stiamo sviluppando politiche e azioni di grande portata.

Trovo, però, inadeguata e messa in condizioni di precarietà di risultato la rappresentanza femminile nelle liste del Lazio del Pd per il Parlamento, soprattutto di area cattolico-democratica, così come anticipato sulla stampa. Mi auguro che vi sia una riconsiderazione della composizione, anche alla luce degli impegni presi nello Statuto».

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