Roma Pezzi di
«Italia migliore» sono saliti sul palco bolognese di Michele
Santoro venerdì scorso per celebrare il centodecimo anniversario della
Fiom,l’ala metalmeccanica ed estremista della Cgil che da qualche
tempo ha in Maurizio Landini il nuovo capataz . Precari, operai,
Dandini, Benigni e la solita compagnia di giro dei Crozza e dei
Guzzanti accomunati più che dalla volontà di festeggiare dalla
possibilità di insultare in diretta video e web il presidente del
Consiglio Berlusconi e il suo governo. Le lezioni bolognesi di etica
pubblica hanno steso un velo di oblio su
quello che la Fiom, la Cgil e tutta quella sinistra che attorno a loro
gravita ha rappresentato negli ultimi decenni.
E non si tratta
solo del cieco conservatorismo che spinge il sindacato di sinistra a
smarcarsi da tutte le proposte di riforma andando in tribunale
contro i nuovi accordi Fiat. Il vero volto è quello che resta spesso
nascosto. Quello delle aggressioni di iscritti alla Fiom alle piccole
sedi locali cisline. Quello della violenza verbale. E non.
Un
silenzio imposto dall’alto che censura ogni riflessione come quella
sul fiancheggiamento al terrorismo. Nel 2007 l’inchiestedella Procura
di Milano sulle nuove Br portò in carcere otto iscritti al sindacato
«rosso». Un mese di parole al vento e poi, come al solito, il
silenzio...
Parlano invece le condanne. Come i 14 anni e 7 mesi a
Davide Bortolato, il «compagno Roberto», delegato Fiom della Final di
Padova. Attentati ai bancomat, organizzatore di poligoni improvvisati
dove portare le armi e animatore del centro
sociale «Gramigna » di Padova. A differenza del bravo brigatista lui
il sindacato non l’ha utilizzato solo per reclutare facinorosi
pronti alla lotta armata e alla clandestinità, ma ha fatto anche gli scioperi.
Parlano i 13 anni e 5 mesi di Vincenzo Sisi, delegato Filcem- Cgil
della Ergom di Torino ed ex Fiom quando lavorava in Fiat. Il compagno
con il mitra nell’orto per la Procura era «promotore, costitutore, capo
ed organizzatore dell’associazione eversiva finalizzata alla banda
armata con compiti dirigenziali relativamente alla cellula operativa a Torino
». L’obiettivo delle Nuove Br sgominate con quell’operazione era
uccidere il giuslavorista Pietro Ichino, attualmente senatore Pd.
Perché l’obiettivo dei brigatisti è stato sempre quello
di eliminare fisicamente coloro che - a destra come a sinistra - si
battevano per le riforme. Non a caso le ultime vittime sono state
personalità impegnate per cambiare il diritto del lavoro come Ezio
Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D’Antona e Marco Biagi.
Questa «Italia migliore» è quella che ha avuto tra le sue fila
Massimiliano Toschi (10 anni e 8 mesi) e Andrea Scantamburlo ( 3 anni e
8 mesi), delegati Fiom padovani. Alla Filt-Cgil era iscritta pure la
studentessa padovana Amarilli Caprio (3 anni e 6 mesi), operatrice di
call center che si era trasferita a Milano per reclutare nuovi adepti
al Partito comunista politico-combattente. Questo è il «Tutti in
piedi, entra il lavoro!» di Massimiliano Gaeta, delegato Fiom della
Alstom di Sesto San Giovanni. Per lui al «tutti in piedi, entra la
Corte!» otto anni e gli orridi slogan del pubblico in aula:
«Rivoluzione proletaria- Viva il comunismo ».
La Fiom è il
sindacato di Massimiliano Murgo, operaio foggiano amico di Gaeta,
appassionato di tarantella, delegato alla Marcegaglia Building di
Milano. Indagato e poi prosciolto, «processato» dalla Cgil nel 2008 ed
espulso per aver partecipato a una manifestazione dei Cobas. Ai tempi
delle indagini rilasciava dichiarazioni
concilianti del tipo: «Sono convinto che gli unici terroristi in Italia
siano i soldati americani che girano a piede libero nella Bassa
padana» o «Chiedo alla compagna Ilda Boccassini di convocarmi per
spiegarmi le accuse e le prove».
La "compagna Ilda" con lui è stata tenera e lo è stato anche Michele Santoro che lo ha ospitato ad Annozero il 2 aprile 2009 per togliergli la museruola dinanzi a Casini e a Della Valle. Sì, per molti questa è proprio l’Italia migliore. Di giorno in tuta blu e di notte con Capitale e kalashnikov in mano.
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