L'Italia esita a schierarsi contro il terrorismo

Caro Granzotto, non capisco cosa ha in testa Matteo Renzi. Dissociarsi dalla coalizione anti Isis non è mettersi fuori dall'Europa, lui che si vanta di esserci dentro fra i grandi (ha anche detto che l'Italia supererà la Germania)? Perché lo fa? Per compiacere madamin Boldrini e tutti gli amici dell'islam?Salvo Bonattie-mail Gli è, caro Bonatti, che noi siamo usi a lisciare il pelo all'islam. In principio per motivi di cassa (vedi l'Eni di Enrico Mattei), in seguito, siccome teniamo famiglia, onde evitare grane. Con l'islam e le sue espressioni più fumantine ci siamo sempre accomodati al meglio, arrangiati: se serve mi giro pure dall'altra parte quando stai per combinarne una e tu mi tieni alla larga dai guai. L'unica volta che lo prendemmo di petto, l'islam, fu in Libia, nell'autunno del 2011. Ma lì non solo fu come sparare a rischio zero sulla croce rossa, ma si pensava di contribuire alla buona riuscita delle primavere arabe meritandoci la riconoscenza delle insorgenze islamiche. Non l'azzeccammo, facendo di padella brace, ma pazienza. In passato, l'«arrangiamento» ebbe anche un risvolto tragico: il terrorismo islamico ci usò, infatti, come non ostile teatro per i loro attentati. Tendiamo a dimenticare, ma Fiumicino fu appunto teatro di due stragi, quella del '73 (34 morti) e quella dell'85 (13 morti), per mano dei terroristi palestinesi che come da «arrangiamento» non intendevano colpire l'Italia (anche se qualche italiano ne fu vittima), ma i passeggeri delle americane Pan Am e Twa e dell'israeliana El Al. Oggi i palestinesi seguitano ad essere in cima alle simpatie, alla solidarietà e alle premure nostre (a scapito di Israele, ma gli israeliani non fanno attentati e dunque chi se ne importa).

Però nel frattempo il terrorismo islamico ha traslocato in Siria e dintorni e dunque è là che l'«arrangiamento» deve farsi più attivo. Ciò spiega l'imboscamento di Matteo Renzi e il conseguente «tutto sotto controllo» di quell'Angelino d'un Alfano.

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