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Bologna, tour immaginario nelle parole di Lucio Dalla

Lucio Dalla non è stato solo un abitante di Bologna ma è stato un suo cantore: quali luoghi presenti nelle sue canzoni da visitare

Bologna, tour immaginario nelle parole di Lucio Dalla

Lucio Dalla è uno di quegli artisti che ha legato il suo nome a più di un luogo. Uno è Napoli, la metropoli che ha dato i natali a Enrico Caruso, il tenore omaggiato in uno dei suoi brani più celebri. E poi il centro storico della città partenopea appare in tutto il suo colore nel video di “Canzone”. L’altro luogo è naturalmente Bologna, città in cui il cantautore è nato e cresciuto, e dove ha scritto gran parte dei suoi versi memorabili. È attraverso le parole di Dalla che si può immaginare un tour di Bologna che racconta la storia del cantautore e il fascino della Dotta.

La Bologna di Dalla

Bologna

Dov’è Bologna nelle canzoni di Lucio Dalla? Naturalmente nei brani del cantautore sono presenti alcuni riferimenti reali e tangibili, ma spesso si finisce per chiedersi dove si trova quel posto nel cuore in cui tira sempre di vento di cui si parla in “Cara”, dove si trova quella periferia cui fanno ritorno mano per mano “Anna e Marco”.

Ma c’è un fatto: è a Bologna che Dalla ha vissuto la sua vita e ha scritto le sue canzoni, è qui che si è lasciato ispirare dai portici e dagli spazi ordinati ed eleganti, ricchi di quelle umanità che giocano con la morte a biliardino, che attendono piene di speranza il domani con la nascita di una figlia, che si rifugiano a Riccione per l’estate.

Tra l’altro anche la squadra di calcio del Bologna deve molto a Dalla, dato che il cantautore è nel quartetto insieme ad Andrea Mingardi, Luca Carboni e Gianni Morandi che canta l’inno “Le tue ali Bologna”. Anche qui c’è un luogo specifico della città: si tratta dei gradoni dello stadio Dall’Ara.

Dov’è Piazza Grande

Statua di Lucio Dalla

Piazza Grande dell’omonimo brano non è, come si potrebbe facilmente immaginare, Piazza Maggiore. Si tratta infatti di Piazza Cavour, in cui Dalla è nato, come tutti sanno, il 4/3/43, e in cui ha vissuto a lungo.

Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è sulle panchine in Piazza Grande”: inizia così uno dei brani simbolo della musica di Dalla, uno dei suoi più noti. Da luglio 2021, a proposito di panchine, a Piazza Cavour c’è una statua che ritrae proprio Dalla, con uno sguardo sognante e il suo mezzo sorriso enigmatico. La statua è stata commissionata e donata a Bologna dal cugino dell’artista musicale Lino Zaccanti, ed è stata realizzata dallo scultore Antonello Paladino. A perenne memoria di quel binomio inscindibile che è Dalla-Bologna.

Il centro storico di Bologna

Bologna

In “Disperato erotico stomp” Dalla racconta di una bizzarra passeggiata in cui cerca un momento di amore fisico. Ma non perde occasione per parlare del centro storico della sua città. Canta: “Girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto. Gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino. Mi guarda con la faccia un po' stravolta e mi dice ‘Sono di Berlino’”. In effetti il centro di Bologna presenta una pianta romana, con le tipiche strade parallele e perpendicolari: molto più facile orientarsi a piedi o in bici rispetto al caos dei centri delle città medievali per esempio.

Luminarie Dalla Bologna

Dalla ha abitato successivamente in Via D’Azeglio: sul citofono si nascondeva sotto gli pseudonimi di commendator Domenico Sputo e avvocato Alvaro Tritone. A omaggio perenne del cantautore, dopo la sua morte sulla strada sono state istallate delle luminarie che richiamano i versi delle sue canzoni.

Dark Bologna

Santuario della Madonna di San Luca

Bologna, sai mi sei mancata un casino”: è un verso che viene ripetuto in “Dark Bologna”. Nel brano, Dalla immagina di tornare in città, a partire dalle luci dello spettacolare santuario della Madonna di San Luca sul colle della Guardia. Immagina di incontrare volti conosciuti, alcuni piacevoli, altri no, di risentire il profumo dei tigli tra i viali, rivedere le persone che non dormono mai, e di avere un contatto sgradevole con le deiezioni di un piccione.

È come fare un percorso in un territorio famigliare e al tempo stesso che viene riscoperto con occhi diversi.

Perché questa città si può visitare molte volte nella vita, ma ogni volta è una scoperta sorprendente.

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