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Scoprire Napoli dagli occhi delle donne del Rione Bellezza

Il Rione della Bellezza si trova in una zona centrale di Napoli e ha legato il suo nome a quello di tre donne: una sirena, una scrittrice e una santa

Scoprire Napoli dagli occhi delle donne del Rione Bellezza

Napoli è città di donne. Dalle artiste Clementina Carrelli e Angela Carugati alle scrittrici Grazia Pierantoni Mancini e Elena Ferrante, fino alle attrici Sophia Loren e Valeria Golino, passando per le cantanti Elvira Donnarumma e Teresa De Sio: sono tantissimi i talenti femminili che hanno legato il loro nome a questa città.

Ma ci sono tre donne che per tre diverse ragioni hanno legato il loro nome in particolare al cosiddetto Rione della Bellezza, un luogo centrale per la metropoli partenopea, che si estende da Piazza del Plebiscito a Castel dell’Ovo. Ma chi sono queste tre donne e perché sono accostate a quest’area di Napoli?

Che cos’è il Rione della Bellezza a Napoli

Piazza del Plebiscito

Il nome Rione della Bellezza ha a che fare con uno scritto di Matilde Serao, la giornalista e scrittrice che fondò la testata Il Mattino. Lo scritto in questione, contenuto ne “Il ventre di Napoli”, non è per la verità tanto lusinghiero, perché esamina i cambiamenti che alla fine dell’800 stavano interessando il quartiere, chiamato in precedenza Rione Santa Lucia, per la presenza di una suggestiva basilica dedicata alla protettrice della vista.

Il Rione della Bellezza si trova in una zona particolarmente centrale di Napoli e comprende diversi monumenti visitabili, sia in termini di edifici religiosi sia in termini urbanistico-civili. Uno dei quali racconta ancora oggi una storia leggendaria dai risvolti mitologici.

I luoghi iconici del Rione della Bellezza

Fontana del Gigante

Il primo luogo del Rione della Bellezza è sicuramente Piazza del Plebiscito, dotato di uno slargo con un’ampia visuale che esisteva fino dal secolo XVI. Sulla piazza ricade il Palazzo Reale di Napoli, che fu sede di diversi viceré, e che fu accostato sotto Gioacchino Murat dal Palazzo dei Ministri di Stato e il Palazzo per il Ministero degli Esteri. Questi due edifici vennero mantenuti anche a seguito della Restaurazione. Il nome della piazza però divenne quello di oggi con l’annessione del Regno di Napoli al Regno d’Italia, avvenuto anche grazie a un plebiscito risorgimentale.

Nel rione, come accennato, si trova inoltre la basilica di Santa Lucia a Mare, una chiesetta che subì nel tempo diversi rimaneggiamenti: le prime notizie sono datate IX secolo - che però è anche il periodo del cosiddetto “grande naufragio dei manoscritti”, per cui la documentazione antecedente potrebbe essere andata perduta. Secondo la leggenda, a fondarla fu una nipote dell’imperatore Costantino, tuttavia per molto tempo fu tenuta da monaci basiliani. Tra i lavori notevoli ci furono quelli ordinati dalla badessa Eusebia Minadoa alla fine del ‘500, l’interramento e la costruzione del nuovo edificio a seguito di lavori stradali nell’800, e poi la ricostruzione a seguito di un bombardamento del 1943.

Un monumento civile del Rione della Bellezza è invece la Fontana del Gigante, costruita da Pietro Bernini e Michelangelo Naccherino nel secolo XVII. Si tratta di una statua con archi a tutto sesto - che ispirarono tra l’altro la sigla di Carosello - con vari elementi mitologici e reali, come effigi di re e viceré.

Infine, tra i luoghi imperdibili del quartiere, c’è Castel dell’Ovo, una costruzione che nell’Antica Roma aveva la funzione di villa, ma che successivamente fu fortificata. Qui si consumò la fine dell’Impero Romano d’Occidente: a Castel dell’Ovo visse l’ultimo imperatore, il piccolo Romolo Augustolo deposto da Odoacre nel 476. Si dice che in un luogo del castello sia stato nascosto un uovo dal poeta Publio Virgilio Marone: un'eventuale rottura dell’uovo avrebbe causato il crollo del castello ma anche la distruzione della stessa città di Napoli.

Le donne del Rione della Bellezza

Citazione di Matilde Serao sul muro di un locale a Napoli

Matilde Serao è, come detto, la donna che ha dato il nome al Rione della Bellezza. Vissuta tra il 1856 e il 1927, è stata giornalista e autrice di varie opere: romanzi, racconti, poesie e saggi. Tra le sue opere, Serao è anche autrice della leggenda della sirena Partenope, che dà il nome greco alla città di Napoli. "Parthenope, la vergine, la donna, non muore - scrive Serao - non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore".

Partenope, secondo quanto riporta Serao, fu una bellissima fanciulla, il cui amore per Cimone fu osteggiato dalla famiglia. Così Partenope e Cimone partirono per una terra sconosciuta e non accogliente, che dopo il loro approdo, grazie all’amore dei due giovani, si trasformò in un territorio florido e meraviglioso: è così che nacque Napoli.

Secondo la leggenda classica, invece, Partenope era una sirena che, dopo aver gareggiato e perso nel canto contro Orfeo, si uccise gettandosi in mare e trasformandosi in uno scoglio. Lo scoglio in cui fu trasformata Partenope costituirebbe proprio la base su cui sorge Castel dell’Ovo.

Ultima delle donne importanti nel Rione della Bellezza è santa Lucia, cui è appunto dedicata una basilica. Santa Lucia è una mistica di origini siciliane, al centro di un culto però molto vivo nella metropoli partenopea: a lei si sarebbe rivolto perfino Totò per guarire da una malattia agli occhi.

Santa Lucia è al centro di una suggestiva processione che si tiene ogni 13 dicembre, giorno dedicato alla religiosa: durante la processione vengono accese candele ma è previsto anche uno spettacolo pirotecnico a simboleggiare la luce che la santa riesce sempre a restituire al mondo.

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