La lite per amore finisce in massacro

RomaPrima l’ha picchiato selvaggiamente con una mazza da baseball e poi gli ha sparato in testa. Non contento, assieme a due complici, ha portato il corpo agonizzante in un cascinale abbandonato per cercare di nasconderlo. Infine ha fatto sparire l’arma nell’Aniene. Fermato dai carabinieri di Tivoli, un 18enne è ora accusato di tentato omicidio. Proprio come in un gangster movie di Martin Scorsese, anche se in questo caso alla base dell’episodio non c’è uno sgarro ma solo una questione di cuore.
I due rivali in amore si erano dati appuntamento sabato sera, poco dopo le 22, per chiarire la situazione nelle campagne tra Tivoli e Castel Madama. Una vasta zona, impervia, difficilmente controllabile dalle forze dell’ordine e frequentata da immigrati dell’Est Europa, soprattutto romeni senza troppi scrupoli. Ma, facilitata da qualche sorso di troppo, la faccenda degenera presto. Prima gli insulti, poi gli spintoni. Infine il pestaggio. Calci dappertutto, un lago di sangue e il colpo d’arma da fuoco come drammatico suggello. Dopo aver girovagato a lungo il 18enne torna a casa con il fardello del rimorso pensando a un omicidio. Decide così di confessare tutto al padre. Che chiama immediatamente il centralino dei carabinieri. È ormai l’alba e gli investigatori, assieme al personale del 118, rintracciano il 26enne, ricoverato in gravissime condizioni presso il reparto di rianimazione del Policlinico Umberto I di Roma. Una situazione disperata tra la vita e la morte: l’uomo ha infatti diverse lesioni al cranio e in altre parti del corpo. L’operazione alla testa è rischiosa e delicata. Alle 18 di ieri viene accertata dai medici la morte cerebrale.
La posizione dei tre, ascoltati nella notte a lungo, è ancora al vaglio dei carabinieri che hanno contestato al responsabile del ferimento il tentato omicidio e ai due coetanei, che lo hanno aiutato a nascondere il ferito, il concorso. Ma si starebbero cercando altre persone coinvolte nell’aggressione.
Tanti gli episodi simili, accesa rivalità per una ragazza che sfocia nel far west, accaduti ultimamente tra la capitale e la provincia. Un’esplosione di violenza forse causata da troppi serial televisivi in tema. Nell’ottobre scorso in via Michelangelo Tilli a Roma un sedicenne fu ferito da una pallottola da un 56enne parente di uno dei ragazzi coinvolti nella rissa amorosa. Ferito da una bastonata alla testa anche un 33enne, intervenuto per cercare di sedare la lite. Poco prima, a febbraio, spedizione punitiva per una ragazza contesa all’origine dell’aggressione a un gruppo di tredicenni da parte di una decina di sedicenni. L’episodio all’esterno della scuola media «Bellini» sulla Circonvallazione Tuscolana a Roma.
Pistole facili e in mano a giovanissimi a Tivoli non suona comunque come una novità. La settima scorsa due baby rapinatori erano entrati in un supermercato armati di pistole e coperti da un casco integrale, tentando di mettere a segno il secondo colpo della giornata.

Ma dopo aver saccheggiato le casse, nel dirigersi verso l’uscita, erano stati arrestati dai carabinieri che li avevano visti entrare mentre si trovavano di pattuglia nel corso di un servizio antirapina. Per i due, già pregiudicati, l’accusa è di rapina aggravata e continuata in concorso, ricettazione, e porto abusivo di arma clandestina. Hanno solamente 17 anni. L’allarme è ufficialmente scattato.

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