Roma Pochi conoscono il suo viso, perché è un uomo schivo e poco propenso ad apparire. Ma con la sua voce si sono svegliati per quasi vent’anni migliaia e migliaia di italiani. Il buongiorno di Radio Radicale, «Stampa e regime». Massimo Bordin ha una di quelle voci che si individuerebbero in una piazza gremita, cantilenante, un po’ nasale, ma carismatica al punto da oscurare quasi nei duetti domenicali il padre padrone Marco Pannella. Il suo doppio, contralto e specchio. Marco e Massimo. Una sintonia che si è incrinata fino a infrangersi nella decisione del distacco.
Ora il divorzio è sancito: Bordin se ne va. Lascia la direzione di Radio Radicale. Lascia Pannella. Non lascia la radio. E in questa precisazione sta proprio la sottolineatura di un rapporto umano che sembra finito. Sembra. Bordin si dimette dalla direzione con decorrenza dal primo di agosto perché «costretto a questa scelta da alcune prese di posizione dell’editore della radio, che ho sempre considerato editore di riferimento politico prima ancora che diventasse proprietario di fatto». È un logorio finito in un addio. Il primo strappo avvenne già un anno fa: «Da almeno due anni - scrive Bordin nella lettera al comitato di redazione - Marco Pannella ha più volte pubblicamente dichiarato che non si sente rappresentato dal modo in cui viene espressa la linea editoriale della radio. Le affermazioni di Pannella non possono che essere intese come una mozione di sfiducia nei miei confronti».
I radicali quando litigano sono tosti. Anche il bisticcio diventa uno show. E così tutto il dramma di questa clamorosa separazione è raccontato da internet. Lettere, risposte, commenti. Non si capisce fino a che punto lo vogliono e fino a che punto no. Con le prime voci di successione: Filippo Facci nuovo direttore? O Marco Cappato? Pannella è teatrale anche nel commiato. Pure nell’addio ha fatto arrabbiare Bordin. La lettera al cdr del direttore era riservata. Bordin non avrebbe gradito la pubblicazione in bell’evidenza sul sito radicali.it. Pannella, invece, sorride alle domande: «Ognuno fa le sue scelte, la rottura è sua». Un altro figlio divorato dal padre. Lui leader talentuoso e ingombrante, le creature predilette che una a una gli si aizzano contro: «Tutti quelli che ho mangiato, ora sono in piena evidenza - ha chiarito il leone radicale all’Adnkronos - Quagliariello, Vito, Rutelli, Capezzone. Tanti vorrebbero essere divorati da me, forse anche Bordin...».
Marco scrive che Massimo «ha rifiutato alla radice qualsiasi dialogo, qualsiasi ricerca di dare un futuro alla radio». Massimo scrive che «da anni ho cercato senza successo di coinvolgere l’editore sul tema del futuro della radio». La pagina su Facebook dell’ormai ex direttore è affollata di commenti di solidarietà. Il suo messaggio per gli amici è uno sfogo di amarezza: «Tutto questo si poteva evitare, forse. O forse no. Nella prima ipotesi qualcuno si è sbagliato. Dalla seconda discendono delle conseguenze logiche. Probabilmente sgradevoli. Propendo per la seconda ipotesi. Come si dice in questi casi, spero di sbagliarmi». Stamattina condurrà la conversazione domenicale con l’editore, Marco: «Pannella sa perfettamente che l’unica mia richiesta è quella di non fare più il direttore. Se lui vuole, posso tranquillamente continuare a lavorare a Radio Radicale». Un amico di Facebook, Filippo Pucci, scrive: «Un faccia a faccia tra Marco e Massimo, in presa diretta, sarebbe forse una cosa “ragionevole”».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.