Il sorpasso su viale Majno i due bulletti non l’hanno proprio gradito, anche perché era stato fatto alla presenza delle rispettive fidanzate. Quindi inseguimento, auto bloccate, rivale tirato giù dall’abitacolo e giù botte. Pestaggio interrotto solo dall’arrivo di alcuni passanti. Uno dei quali ha rilevato la targa e permesso l’identificazione. «Siamo stati aggrediti e ci siamo difesi» si sono giustificati.
L’ultimo di una lunga serie di duelli rusticani, già costati un morto, una giovane in coma e due in prognosi riservato, è andato in scena sulla circonvallazione interna, poco prima di porta Venezia. Sono le 23 di sabato, Loris Salvator, italiano nato in Svizzera, e a bordo di Hyundai Getz insieme alla fidanzata Jenny, una dominicana di 25 anni. Ha appena superato una Fiat Marea con una manovra che non è piaciuta agli occupanti, due ragazzi e due ragazze. Così inizia l’inseguimento, prima l’autista fa lampeggiare i fari poi con una manovra spericolata sorpassa l’utilitaria e la blocca.
Loris capisce che è meglio stare calmo e non scende mentre i due energumeni si avvicinano minacciosi. Il primo stacca con un calcio lo specchietto retrovisore, quindi rifila un pugno attraverso il finestrino aperto e infine, spalleggiato dall’amico, tira fuori il malcapitato e inizia a riempirlo di botte. Una scarica di calci e pugni, poi i due risalgono in auto anche perché vedono gente che comincia a armeggiare con i cellulari: chi riprende la scena chi inizia a chiamare il 113.
Difatti dopo pochi minuti arriva una volante che raccoglie le dichiarazioni della vittima, confermate da un passante Alessandro 30 anni che ha anche preso il numero di targa. Così mentre il ragazzo prende la via del Policlinico, dove viene ricoverato e tenuto in osservazione per i colpi ricevuti alla testa, iniziano le ricerche dei due balordi. Al terminale la Marea risulta appartenere a una donna che, rintracciata, spiega di aver dato l’auto al figlio. Gli agenti la pregano di farlo tornare a casa e dopo poco arriva Daniele, 29 anni, in compagnia della fidanzata. I poliziotti gli spiegano che vogliono anche l’amico e lui fa arrivare Giorgio, di un anno più giovane. Vengono tutti portati in questura dove si accerta come i due abbiamo qualche piccolo precedente. Non grandi cose, ma comunque già un piccolo profilo criminale, da bulletto di periferia.
Di fronte agli agenti i due teppisti cercano di minimizzare l’accaduto, anzi di scaricano la colpa sul Loris. «Ma quali picchiatori, siamo noi gli aggrediti. È stato il ragazzo a scendere a prenderci a pugni. Noi ci siamo solo difesi».
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