Litiga per un sorpasso, scende con il cric e massacra due giovani

IL CASO Follia sulle strade. Caccia all’uomo che nella notte ha ridotto in fin di vita una coppia di amici ventenni in viale Serra, zona Fiera

Non sono bastati un morto e un uomo in coma, travolti dai loro «nemici di traffico» al termine di una lite per questioni di viabilità. L’altra notte ancora follia sulla strada, ancora un’aggressione selvaggia per uccidere, ancora due vittime, ragazzi che per pura fortuna sono ancora vivi, anche se molto gravi. Presi a colpi di cric in testa, uno ha riportato la frattura del cranio, l’altro una emorragia cerebrale, entrambi ora sono all’ospedale in prognosi riservata, mentre la polizia sta dando la caccia al loro quasi omicida. In serata il sindaco Giuliano Pisapia si è recato al Policlinico per andare a trovare uno dei due ragazzi, auspicando che l'aggressore venga individuato e assicurato alla giustizia.
Solo un miracolo ha salvato i due ragazzi aggrediti a colpi di cric l’altra notte all’angolo tra viale Serra e via Scarampo. I due, Antonio e Francesco, di 21 e 19 anni, sono a bordo di un’Alfa Romeo Mito, diretti verso piazzale Lotto quando vengono sorpassati da un’utilitaria, forse una Chevrolet Matiz. Le due vetture si toccano e parte il solito «rituale», colpi di clacson, gestacci. Poi le auto si fermano e i tre scendono e iniziano a insultarsi. Nella mani dell’uomo compare un cric con il quale colpisce i due, fino a quando rimangono a terra. Finalmente soddisfatto risale in auto e scompare. I due amici si tirano su in qualche modo, non si reggono sulle gambe, stanno male, fermano una Volante di passaggio. Ancora in stato confusionale, raccontano il pestaggio. Ma sono incerti persino sul civico della strada dove abitano, Antonio in città, Francesco in provincia di Varese, figuriamoci se riescono a precisare marca, modello e targa della vettura dell’aggressore. Antonio finisce in prognosi riservata al Sacco, con un’emorragia cerebrale e lesioni alle mani e alle braccia, classiche ferite «da difesa». Ancora più grave l’amico: al San Carlo si accorgono che ha una frattura del cranio e decidono di trasferirlo al Policlinico. Nel frattempo inizia la caccia all’aggressore. Di lui la polizia sa che ha circa 50 anni, è alto sul metro e 70, ha capelli scuri, baffi e occhiali. Altri dettagli potranno venire dalle schegge di vernice rimaste sulla carrozzeria della Mito dei ragazzi e dalle telecamere, abbastanza numerose in zona.Su allunga dunque la striscia di sangue iniziata il 25 luglio quando un’automobilista di 71 anni, Vittorio Petronella, viene affrontato al un semaforo da un motociclista di 35 anni, Alessandro Mosele. Il giovane gli contesta bruscamente una mancata precedenza, la discussione degenera, volano parole grosse e Mosele fa saltare con un calcio lo specchietto retrovisore. Arriva il verde i due ripartono per ritrovarsi al successivo semaforo rosso dove riprendono la lite e lo scooterista sputa in faccia al pensionato. L’anziano perde il lume della ragione, lo insegue e lo investe con la sua auto, in via Andrea Doria. Il motociclista muore, lui finisce in carcere. «Ho avuto paura» spiega invece il 13 agosto Orazio Pennisi, camionista di 36 anni, dopo aver travolto Samer El Daqour, libanese, di 34 anni, in via Marco Bruto. Anche in quell’occasione dopo un diverbio stradale. Pennisi suona ripetutamente il clacson perché l’auto che lo precede marcia troppo lentamente. Dalla vettura partono gestacci e insulti, poi l’automobilista si ferma e scende per regolare i conti.

Scende anche Pennisi che però, vista la mole dell’avversario, risale subito, ingrana la marcia e travolge lo straniero. Il libanese viene ricoverato a Niguarda in coma, mentre l’investitore raggiunge Petronella a San Vittore.

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