Roma

Il litorale motore dello sviluppo regionale

Interessa 24 comuni che si affacciano sul mare in provincia di Viterbo, Roma e Latina, da Montalto di Castro a Fiumicino, da Ardea a Minturno, le isole Ponza e Ventotene e il XIII municipio di Roma, ossia Ostia, il rapporto 2010 sullo sviluppo socio economico del litorale del Lazio, presentato all’università Luiss «Guido Carli». Realizzato dall’osservatorio di Litorale Spa (presenti i responsabili Ascenzo Lavagnini, Romolo Guasco e la curatrice Cristina Dell’Aquila), il documento fotografa la situazione dal 2003 al 2008 in base a indici demografici, economici e culturali, con speciale attenzione al mercato immobiliare e alle vocazioni produttive dell’area, turismo, risorse culturali ed economia del mare.
Il quadro conferma che il sistema del litorale svolge un “ruolo di motore” dello sviluppo della regione, seguendo a ruota il sistema della capitale. Il settore immobiliare e l’edilizia hanno sempre rivestito una funzione trainante nell’espansione della costa rispondendo con ciò alla notevole crescita demografica (+11,2) dovuta ai flussi migratori e al saldo positivo fra nascite e decessi. Ma in questo periodo si nota una fase di contrazione. Negli anni considerati sul litorale sono state costruite 25mila nuove case e realizzate 65mila compravendite. Un altro patrimonio consistente sul quale far leva è il turismo, che è in fase positiva. La presenza di turisti sulla costa cresce più della media regionale, anche se il 70% è costituito da italiani, a signficare che Roma non è percepita come città sul mare dagli stranieri.
Aumenta il numero degli alberghi, ma sono piccoli e di media qualità, solo uno è a cinque stelle sulla costa. Il settore alberghiero copre una quota ancora minoritaria dell’offerta turistica costiera (25% dei posti letto), soprattutto se si tiene conto della capacità del comparto extralberghiero «allargato», comprensivo cioè delle seconde case che prometterebbero un’offerta fino a 10 volte più ampia dei posti letto complementari ufficiali. Il modello di sfruttamento turistico improntato da questa struttura di offerta, nel medio e nel lungo periodo, non è più sostenibile per varie ragioni. Infatti, la filiera di crescita economica che genera un posto letto alberghiero è di molto superiore a quella generata da una seconda casa, soprattutto nel medio e lungo periodo. Il mare di Roma finisce col rimanere una zona di villeggiatura stagionale, o di veder crescere vertiginosamente i propri residenti come è accaduto ad Anzio e Ladispoli. Legata al turismo è la riqualificazione del territorio, la riscoperta delle bellezze naturalistiche e archeologiche, come il mare di Ventotene che nasconde una miriade di anfore e tre navi romane. E occorre, si è detto, valorizzare la risorsa mare, riconoscendo la posizione strategica della nautica. Il Lazio è la seconda regione l’Italia per la cantieristica, vi sono molte imprese anche se di piccole dimensioni.

Ma «nel Lazio ci sono più barche che posti barca - dice Matteo Caroli vicepresidente di economia alla Luiss - Va bene il porto di Fiumicino dedicato alle grandi imbarcazioni, ma qualche porticciolo turistico fra Cala Galera e il Porto di Traiano ci vorrebbe».

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