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«L'obolo va abolito I turisti non sono bancomat da usare per risanare i bilanci»

Il presidente di Federalberghi è molto duro. E chiede al più presto una legge per definire l'utilizzo dei soldi raccolti

Per Federalberghi la tassa di soggiorno «dovrebbe essere abolita». Lo dice, netto, il presidente, Bernabò Bocca. Una posizione estrema, ma un punto di mediazione potrebbe essere l'introduzione di un vincolo certo di destinazione delle entrate.

Presidente Bocca, che cosa avete appreso dagli studi annuali condotti sui Comuni che applicano l'imposta di soggiorno?

«La formulazione della legge è generica e presta il fianco a interpretazioni a dir poco estensive. E le amministrazioni comunali ne approfittano per utilizzare la tassa come un bancomat, al quale attingere per fare fronte alle esigenze più disparate. La solitudine e la disperazione degli imprenditori sono tali che si accontenterebbero anche di vedere utilizzata l'imposta per finanziare la raccolta della nettezza urbana. Sarebbe un furto, considerando che per lo stesso scopo già si pagano tasse esorbitanti. Ma si tratterebbe pur sempre di cura del decoro urbano».

Invece?

«La verità è che molto spesso l'imposta di soggiorno non viene utilizzata per tappare i buchi delle strade, ma i buchi dei bilanci comunali».

Sarebbe necessario un intervento legislativo per normare meglio questa imposta?

«Noi siamo dell'idea che debba essere abolita. Perché chi soggiorna porta ricchezza sul territorio. Il turista già concorre al finanziamento della macchina pubblica. Penso ad esempio all'Imu e alla Tari sugli alberghi, molto più care che per i cittadini. Ai parcheggi. Ai trasporti locali. In attesa di realizzare questo obiettivo, è indispensabile utilizzare con intelligenza lo strumento, intervenendo su almeno un punto in cui la legge ha miseramente fallito. Mi riferisco al vincolo di destinazione. Le risorse devono essere destinate a migliorare la qualità dell'accoglienza, e gli impieghi devono essere concordati con le associazioni di categoria. Una nuova proposta di legge da poco depositata chiede finalmente il vincolo di destinazione dei fondi».

Quali Comuni hanno diritto a istituire la tassa per i turisti?

«Il Tar si è espresso chiaramente: possono applicare l'imposta solo i Comuni inseriti nell'elenco regionale delle località turistiche e delle città d'arte. E deve trattarsi di elenchi ad hoc per l'imposta di soggiorno, non di vecchie norme che vengono ripescate strumentalmente. Segnalo una contraddizione che dovrebbe far riflettere. Trent'anni fa, ai tempi del decreto Bersani, molti amministratori si battevano affinché il proprio comune non venisse inserito nella lista dei Comuni turistici. Lo facevano per contrastare l'apertura domenicale degli esercizi commerciali. Oggi invece tutti vogliono essere inclusi nell'elenco, per avere una nuova mucca da mungere».

Avete aperto una polemica con Airbnb anche sulla tassa di soggiorno. Che cosa è successo?

«È necessario eliminare una manifesta disparità di trattamento. In presenza della stessa violazione, come omesso o ritardato versamento dell'imposta riscossa, vengono previste sanzioni diverse per hotel e portali: per gli hotel un illecito penale, mentre per i portali scatta una semplice multa. Se non se ne occupa il legislatore, se ne dovrà occupare la Corte costituzionale».

EFo

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